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Archivio mensile:gennaio 2012

L’affondamento del Concordia

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16/gennaio/2012
 
 
L’affondamento della motonave Concordia era programmato. Non c’è stato nessun “incidente”, non c’è stata nessuna “disgrazia”, non c’è stata nessuna “casualità” che abbiano portato quella nave ad incagliarsi sugli scogli dell’Isola del Giglio.

Inizialmente non volevo crederci, ma le mille prove inconfutabili emerse in rete nelle ultime ore mi hanno fatto cambiare idea: l’affondamento della nave da crociera è stato un chiaro segnale da parte dei poteri occulti per indicare la fine della “concordia” europea nata – non a caso – sulle stesse acque, durante la crociera del panfilo Britannia.

La nave Concordia rappresentava esplicitamente l’unità europea, visto che i suoi 13 ponti prendevano il nome dalle 13 nazioni europee: Olanda, Svezia, Belgio, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo, Francia, Germania, Spagna, Austria, e Polonia. Il simbolismo di questa scelta è evidente: i passeggeri di ciascun ponte pisciano su quelli di sotto, a cascata, e gli ultimi pisciano in mare. L’Europa deve essere unita sì, ma in senso verticale, non orizzontale. In questo modo i problemi di ciascuno diventano i problemi di tutti, e non si getta mai via niente. Inoltre, basta provocare una falla alla base della costruzione, e tutto viene giù in pochi minuti, senza che resti un solo superstite.

Lo scettico dirà che non c’era nessun bisogno di “annunciare” la fine dell’Europa, con l’affondamento della Concordia, visto che questa fine è già iniziata da molti mesi, ed è ormai sotto gli occhi di tutti.

Fessacchiotto. L’affondamento del Costa Concordia è solo la conferma definitiva di questa distruzione, ma il preavviso silenzioso era già stato lanciato nel Febbraio del 2010, quando un altro “Concordia”, molto meno noto, era stato affondato vicino alle coste brasiliane (a cercare in rete si trova veramente di tutto). E quel Concordia – guarda caso – era stato ospite del “Britannia Heritage” di Westcoast,…

… in Canada, solo tre anni prima. Come dire “noi vi abbiamo accolto a braccia aperte, ma voi state facendo i furbi, e quindi siete avvisati”. E visto che l’Europa ha continuato a fare orecchie da mercante, adesso paga il conto. Da oggi non potrete più divertirvi a pisciare uno sopra l’altro – ci hanno detto quelli dei poteri occulti – e finite in acqua tutti insieme.

Fra l’altro, proprio ieri “Standards & Poor” ha declassato la Francia, come a rimarcare che l’affondamento della Concordia non sia stato affatto casuale. Perchè non abbiano affondato direttamente una nave francese non è chiaro, ma forse non ce n’erano a disposizione che passassero abitualmente sugli scogli per “salutare” la popolazione locale. (Bisogna anche dare un minimo di plausibilità a questi eventi, altrimenti la gente mangia la foglia. Non a caso la “cerimonia” del passaggio fra gli scogli era già stata istituita da molto tempo, in previsione del giorno – che sarebbe sicuramente arrivato – in cui si volesse rimarcare l’affondamento dell’Europa con un evento fortemente simbolico).

Ogni volta che passavano di lì il timoniere chiedeva preoccupato al capitano: “Ma scusi capitano, perchè dobbiamo continuare a fare questa cazzata immonda ogni volta che andiamo da Livorno a Civitavecchia? Davvero è per salutare gli isolani?”

“Tu non ti preoccupare – gli rispondeva il capitano, guardano lontano nella notte – un giorno capirai.”

Ma il simbolismo di questo affondamento non finisce qui, anzi ha radici secolari. “Quasi” secolari, in realtà, perchè l’affondamento del Titanic avvenne il 14 aprile del 1912, mentre quello della Concordia è avvenuto il 13 gennaio del 2012. Lo scettico fa prontamente notare che queste due date, a parte l’anno, non hanno assolutamente niente in comune.

Fessachiotto. La Concordia ha speronato lo scoglio nella sera del 13, ma in realtà il suo affondamento è avvenuto all’alba del 14. Inoltre, fra le due date intercorrono esattamente 99 anni e 9 mesi: prova a capovolgere quei tre numeri, scetticuzzo dei miei stivali, e dimmi un pò cosa ti ritrovi?

D’accordo, dirà lo scettico, ma cosa c’entra comunque il Titanic? Quello fu un vero incidente in mare, provocato dalla sfortuna e dalla leggerezza del capitano. Perchè paragonarlo ad un affondamento intenzionale come quello della Concordia? 

Fessacchiotto. Ma lo sai almeno chi viaggiava sul Titanic? Ci viaggiavano Benjamin Guggenheim, Isidor Straus e John Jacob Astor IV, tre importanti personaggi che si opponevano alla creazione della Federal Reserve Bank negli Stati Uniti. E lo sai quando fu fondata la Federal Reserve? Nel dicembre del 1913.

Quindi il piano era evidente: invece di far fuori silenziosamente queste tre persone, una per una, senza che nessuno se ne accorgesse, i luridi banchieri misero in piedi una complicatissima macchinazione per riuscire a farli imbarcare tutti nello stesso giorno sulla nave più sicura e inaffondabile della storia, e poi convinsero il capitano a fare di tutto per speronare un iceberg nel buio della notte, colpendo l’unico punto della fiancata dove una lacerazione di grandi dimensioni permettesse di imbarcare acqua a sufficienza da raggiungere in poco tempo la cima delle paratie intermedie, provocando così il travaso fatale. 

Era tutto calcolato, questa gente non lascia mai niente al caso. Infatti, si preoccuparono persino di avvisare il marconista della California – nave che già sapevano si sarebbe trovata nelle vicinanze del Titanic, a quell’ora e in quel punto preciso dell’oceano – in modo che ignorasse i loro ripetuti segnali di S.O.S. Altrimenti rischiavano che questo piano machiavellico andasse in fumo, e che tutti i passeggeri venissero comunque salvati dalla nave accorsa in loro aiuto.

Dopodichè i luridi banchieri attesero un anno e otto mesi prima di fondare la Federal Reserve, in modo che a nessuno venisse il sospetto che i due fatti fossero correlati. 

Si potrebbe andare avanti, ma la marea di stupidaggini che circolano in rete in queste ore è tale che sarebbe come pescare nella tonnara: dovunque lanci prendi qualcosa.

Attenzione però, perchè è proprio questa marea di stupidaggini che permette di coprire verità ben più profonde ed inquietanti, negandole grazie alla loro palese stupidità. Esiste sicuramente una “kabala” di poteri occulti – anzi, probabilmente più di una – che agiscono per influenzare il futuro del mondo secondo una loro agenda precisa, e sicuramente questi personaggi usano simboli e codici particolari per mandarsi messaggi a vicenda, ma pensare che questi codici – e soprattutto il loro reale significato – siano decifrabili da chiunque in modo così facile, univoco e rudimentale significa negare loro l’intelligenza stessa che sarebbe necessaria per tenere in piedi questa grande messinscena in primo luogo.

Cerchiamo di non cadere nel tranello del “tanto è tutto programmato”, perchè è proprio nel suo assolutismo indifferenziato che noi perdiamo la facoltà di ragionare, di distinguere e di valutare, e quindi perdiamo l’unica possibilità che abbiamo per arrivare davvero a capire chi e che cosa si nascondano dietro alle quinte del potere. 

Massimo Mazzucco
 

Come riciclare la cenere

C’è chi come me usa il caminetto o la stufa a legna tutto l’inverno, c’è chi lo fa solo sotto le feste, perché si sa il fuoco in casa crea quella magica atmosfera. Resta il fatto che dopo resta il focolare da pulire e la cenere da sistemare. Ma dove si butta la cenere?

Partiamo dalla base, la cenere ovvero i resti della combustione della legna è un ricchissimo concentrato di sali minerali, infatti mentre il carbonio è bruciato, il residuo d’acqua evaporato, l’azoto (aria) volata via, tutti gli altri minerali che durante il suo ciclo vitale sono stati accumulati dalla pianta si ritrovano nella fine polvere che resta sul fondo del camino. Buttarli via è un terribile spreco, così ho un paio di proposte su come investire questo patrimonio minerale.

Concimare il prato

L’utilizzo più semplice che potete prevedere per la cenere è concimare il vostro orto o il giardino, ammesso di averne uno. Mia moglie non credeva che la cenere potesse essere un così forte concimante, così lo scorso inverno ho fatto un esperimento nel nostro prato: ha depositato la cenere facendo un disegno sul terreno, come se fosse uno scarabocchio grigio disegnato sull’erba bassa dell’inverno. La scorsa primavera, il disegno grigio si è tramutato in verde, molto prima e molto più verde dell’erba circostante. Quest’anno ci siamo concentrati sulle nostre piante, a partire dalla siepe all’azalea (foto sopra) e non solo. Noi non abbiamo l’orto, ma l’idea va bene anche per gli ortaggi, dovete solo ricordare che la cenere è ricca di potassio, ma completamente priva di azoto e dovete aggiungerlo per ottenere risultati.

Prima di iniziare

La lisciva: detersivo dalla cenere 

Se avete più spirito di avventura e il desiderio di provare a fare qualcosa con le vostre mani, tenetevi libero un sabato o una domenica, mettetevi una tuta di quelleandanti e date una buona dose di camomilla a vostra moglie che appena capirà cosa avete intenzione di fare avrà sicuramente qualcosa da ridire. Previa cottura, la cenere filtrata può essere utilizzata per ottenere un ottimo detersivo non schiumoso che può essere utilizzato come additivo alla lavatrice oppure diluito in acqua per il lavaggio dei pavimenti.

Al termine del setaccio

La prima cosa che dovete fare è passare la cenere al setaccio, io mi sono munito di scampoli di reti di plastica con passi differenti. In una prima passata ho rimosso tutta la parte grossa, che sono praticamente i residui incombusti, li ho messi in un secchio e ributtati nel camino la mattina successiva. Lo scarto della seconda passata l’ho buttato nuovamente in giardino, mentre solo la parte più fine, quella che è praticamente impalpabile è stata destinata alla produzione del detersivo. L’operazione è piuttosto lunga e non particolarmente eccitante, vi consiglio vivamente di farla all’aperto se non volete conciare la casa da buttare via. Avevo pensato di utilizzare l’aspira-cenere applicando sul tubo le reti da usare come filtri, ma alla fine ho visto che era molto più pratico fissare le reti sopra il secchio e buttarci sopra la cenere da separare; proprio come si fa con la sabbia in spiaggia con i bambini. Se la vostra cenere arriva da una stufa a pellets, allora l’operazione sarà velocissima.

Durante la cottura

Quando siete pronti andate in cucina. Se avete un fornello da campo o uno di quelli per esterni, usate quello e restate fuori in giardino. La vostra vita coniugale ne trarrà beneficio. Prendete una pentola, non di alluminio, e metteteci dentro 5 parti di acqua per ogni parte di cenere in volume. Se non sapete come fare prendete un bicchiere riempitelo di cenere e poi aggiungete 5 bicchieri di acqua, se la pentola non è ancora piena ripetete la procedura: 1 di cenere e 5 d’acqua, fino a quando la pentola è quasi piena. Mettete sul fornello e dopo che la miscela avrà raggiunto l’ebollizione, lasciate cuocere a fuoco lentissimo per altre 2 ore. Il motivo per cui sono da evitare le pentole di alluminio è la reazione che si viene a creare con la soda caustica che andrete a produrre durante la cottura. Per una dimostrazione di quello che succede mettendo alluminio e soda caustica guardate questo video.

Il prodotto finito

Al termine della cottura lasciate raffreddare senza agitare, in modo che sul fondo della pentola si posi uno spesso strato di deposito. Quando sarà freddo prendete uno straccio stendetelo sopra ad un imbuto e con un mestolo travasate la parte liquida del composto (il surnatante per usare il termine tecnico corretto). Finito di estrarre la parte liquida dalla pentola, sciacquate lo straccio dai residui di cenere piegatelo in due e ripetete la procedura rifiltrando. Continuate così, piegando ogni volta in un’altra metà lo straccio, fino a quando il liquido non presenta alcuna polvere all’interno. E questo sarà il vostro detersivo.

A seconda di quanto avete cotto la cenere, il liquido che ottenete sarà più o meno basico (l’opposto di acido). Io ho portato un campione in laboratorio dove ne abbiamo misurato il pH risultando 11.5 che su una scala da 7 (neutro) a 14 (completamente basico) è piuttosto elevato. Se guardate sulla pagina di wikipedia dove spiega il pH vedrete che per la lisciva il valore di riferimento è 13.5, che significa che avrei dovuto lasciar cuocere ancora qualche momento.

Ho provato il detersivo per pulire i pavimenti e non è male, però non credo che l’impegno di tutta la giornata, valga economicamente la pena. E’ una bell’idea per fare qualcosa con i propri figli che sicuramente si divertiranno a fare gli spazzacamini con la faccia tutta nera.

 
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Pubblicato da su gennaio 16, 2012 in Fai da te

 

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Israele é uno stato terrorista

16/01/2012 (ndr: questo il popolo d’Israele non può’ permetterlo)
A sostenerlo è una delle bibbie dell’establishment americano la rivista Foreign Policy, che cita fonti della CIA. Secondo le fonti, i servizi segreti israeliani si sarebbero finti agenti americani per arruolare e armare il gruppo iraniano di Jundallah, estremisti sunniti vicini ad al Qaeda e già autori di numerosi attacchi terroristici in Iran, che hanno le loro retrovie in territorio pachistano, dove neppure sono benvenute.

La CIA era finita sotto accusa per alcuni attentati di Jundallah tra il 2007 e il 2008, ma aveva smentito fin da subito ogni contatto con la formazione estremista. Un’indagine non troppo difficile aveva portato alla scoperta degli israeliani, che incuranti dell’attenzione americana avrebbero continuato fino ai giorni nostri, a Londra come altrove, a rifornire di denaro Jundallah e a utilizzare il gruppo per attacchi mirati al regime iraniano o per veri e propri attentati con auto-bomba mirati a seminare il terrore tra i civili.

Comprensibile il disappunto dell’amministrazione Bush e dei servizi americani, che non avevano affatto abbracciato l’idea di assassinare scienziati o ufficiali iraniani e nemmeno di seminare bombe nelle città iraniane. Ma solo oggi una fonte “molto vicina al caso” rivela a Foreign Policy l’esistenza negli archivi di una serie di memo con i quali l’agenzia all’epoca informò l’amministrazione Bush sul caso.

Una rivelazione esplosiva che lega pubblicamente Israele al sostegno di una delle più famigerate formazioni terroriste, considerata tale sia dagli iraniani che dal resto del mondo. Ma soprattutto una rivelazione che accusa Israele di praticare e alimentare  il terrorismo internazionale, compiendo atti d’aggressione nei confronti di un paese con il quale non è e non è mai stata in guerra e che da anni è sottoposto a sanzioni internazionali, motivate esclusivamente dalla volontà ostile di americani e israeliani e dalle loro pressioni.
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Atti del genere sono crimini gravissimi per qualsiasi ordinamento, compresi quelli internazionali che regolano i rapporti tra stati, e proprio l’enorme enfasi e le nuove regole sviluppate negli ultimi anni guerra al terrorismo su impulso occidentale, potrebbero ora rappresentare per Israele una fonte di problemi non indifferenti.
Si comincia da quelli d’immagine, che lo vedono ora iscritto di diritto tra gli “stati canaglia”, per finire con serie conseguenze qualora si attivassero fori internazionali come il Tribunale Penale Internazionale o la  l’Interpol, minacciando quanti su e giù per la scala gerarchica israeliana hanno approvato, disposto e condotto a termine questo genere di atti di terrorismo internazionale.

Che è bene ricordare si vanno ad aggiungere alla colonizzazione illegale della West Bank, al mancato rispetto di numerose risoluzioni dell’ONU e al possesso di un programma nucleare clandestino, oltre a pratiche quali gli omicidi mirati e altri abusi del diritto umanitario nei confronti dei palestinesi e alla sistematica violazione della sovranità dei paesi confinanti.

Il punto della questione esula ovviamente dagli effetti pratici di rivelazioni del genere, che non è che aggiungano molto alla pessima immagine israeliana, e si ritrova nel senso politico che bisogna riconoscere a rivelazioni del genere, perché indubbiamente si tratta di un messaggio destinato a risuonare chiaro alla Knesset e all’interno del gabinetto iraniano.

Un messaggio che ha poco a che fare con il fatto che gli israeliani abbiano abusato dell’identità degli americani, come già avevano abusato delle identità di numerosi cittadini europei per portare a termine l’esecuzione di un palestinese a Dubai. Una pratica evidentemente tollerata dagli americani da anni.

Per questo è lecito pensare che si tratti di un segnale non tanto velato con il quale Washington comunica a Israele di non gradire fughe in avanti, come evidentemente non ha gradito la strage di scienziati iraniani per mano dei servizi israeliani. Per questo nelle prossime ore e nei prossimi giorni diventa importante monitorarele reazioni israeliane, più di quanto non sarà interessante seguire le reazioni internazionali e quelle degli iraniani. Washington ha battuto un colpo, adesso bisogna vedere che effetto farà in Israele.
 
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Pubblicato da su gennaio 16, 2012 in Governo sovranazionale

 

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Come ricavare prodotti da uno scarto come la cenere.

 16 gennaio 2012

C’è chi come me usa il caminetto o la stufa a legna tutto l’inverno, c’è chi lo fa solo sotto le feste, perché si sa il fuoco in casa crea quella magica atmosfera. Resta il fatto che dopo resta il focolare da pulire e la cenere da sistemare. Ma dove si butta la cenere?

Partiamo dalla base, la cenere ovvero i resti della combustione della legna è un ricchissimo concentrato di sali minerali, infatti mentre il carbonio è bruciato, il residuo d’acqua evaporato, l’azoto (aria) volata via, tutti gli altri minerali che durante il suo ciclo vitale sono stati accumulati dalla pianta si ritrovano nella fine polvere che resta sul fondo del camino. Buttarli via è un terribile spreco, così ho un paio di proposte su come investire questo patrimonio minerale.


Concimare il prato

L’utilizzo più semplice che potete prevedere per la cenere è concimare il vostro orto o il giardino, ammesso di averne uno. Mia moglie non credeva che la cenere potesse essere un così forte concimante, così lo scorso inverno ho fatto un esperimento nel nostro prato: ha depositato la cenere facendo un disegno sul terreno, come se fosse uno scarabocchio grigio disegnato sull’erba bassa dell’inverno. La scorsa primavera, il disegno grigio si è tramutato in verde, molto prima e molto più verde dell’erba circostante. Quest’anno ci siamo concentrati sulle nostre piante, a partire dalla siepe all’azalea (foto sopra) e non solo. Noi non abbiamo l’orto, ma l’idea va bene anche per gli ortaggi, dovete solo ricordare che la cenere è ricca di potassio, ma completamente priva di azoto e dovete aggiungerlo per ottenere risultati.

Prima di iniziare

La lisciva: detersivo dalla cenere 

Se avete più spirito di avventura e il desiderio di provare a fare qualcosa con le vostre mani, tenetevi libero un sabato o una domenica, mettetevi una tuta di quelle andanti e date una buona dose di camomilla a vostra moglie che appena capirà cosa avete intenzione di fare avrà sicuramente qualcosa da ridire. Previa cottura, la cenere filtrata può essere utilizzata per ottenere un ottimo detersivo non schiumoso che può essere utilizzato come additivo alla lavatrice oppure diluito in acqua per il lavaggio dei pavimenti.

Al termine del setaccio

La prima cosa che dovete fare è passare la cenere al setaccio, io mi sono munito di scampoli di reti di plastica con passi differenti. In una prima passata ho rimosso tutta la parte grossa, che sono praticamente i residui incombusti, li ho messi in un secchio e ributtati nel camino la mattina successiva. Lo scarto della seconda passata l’ho buttato nuovamente in giardino, mentre solo la parte più fine, quella che è praticamente impalpabile è stata destinata alla produzione del detersivo. L’operazione è piuttosto lunga e non particolarmente eccitante, vi consiglio vivamente di farla all’aperto se non volete conciare la casa da buttare via. Avevo pensato di utilizzare l’aspira-cenere applicando sul tubo le reti da usare come filtri, ma alla fine ho visto che era molto più pratico fissare le reti sopra il secchio e buttarci sopra la cenere da separare; proprio come si fa con la sabbia in spiaggia con i bambini. Se la vostra cenere arriva da una stufa a pellets, allora l’operazione sarà velocissima.

Durante la cottura

Quando siete pronti andate in cucina. Se avete un fornello da campo o uno di quelli per esterni, usate quello e restate fuori in giardino. La vostra vita coniugale ne trarrà beneficio. Prendete una pentola, non di alluminio, e metteteci dentro 5 parti di acqua per ogni parte di cenere in volume. Se non sapete come fare prendete un bicchiere riempitelo di cenere e poi aggiungete 5 bicchieri di acqua, se la pentola non è ancora piena ripetete la procedura: 1 di cenere e 5 d’acqua, fino a quando la pentola è quasi piena. Mettete sul fornello e dopo che la miscela avrà raggiunto l’ebollizione, lasciate cuocere a fuoco lentissimo per altre 2 ore. Il motivo per cui sono da evitare le pentole di alluminio è la reazione che si viene a creare con la soda caustica che andrete a produrre durante la cottura. Per una dimostrazione di quello che succede mettendo alluminio e soda caustica guardate questo video.

Il prodotto finito

Al termine della cottura lasciate raffreddare senza agitare, in modo che sul fondo della pentola si posi uno spesso strato di deposito. Quando sarà freddo prendete uno straccio stendetelo sopra ad un imbuto e con un mestolo travasate la parte liquida del composto (il surnatante per usare il termine tecnico corretto). Finito di estrarre la parte liquida dalla pentola, sciacquate lo straccio dai residui di cenere piegatelo in due e ripetete la procedura rifiltrando. Continuate così, piegando ogni volta in un’altra metà lo straccio, fino a quando il liquido non presenta alcuna polvere all’interno. E questo sarà il vostro detersivo.

A seconda di quanto avete cotto la cenere, il liquido che ottenete sarà più o meno basico (l’opposto di acido). Io ho portato un campione in laboratorio dove ne abbiamo misurato il pH risultando 11.5 che su una scala da 7 (neutro) a 14 (completamente basico) è piuttosto elevato. Se guardate sulla pagina di wikipedia dove spiega il pH vedrete che per la lisciva il valore di riferimento è 13.5, che significa che avrei dovuto lasciar cuocere ancora qualche momento.

Ho provato il detersivo per pulire i pavimenti e non è male, però non credo che l’impegno di tutta la giornata, valga economicamente la pena. E’ una bell’idea per fare qualcosa con i propri figli che sicuramente si divertiranno a fare gli spazzacamini con la faccia tutta nera.

 
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Pubblicato da su gennaio 16, 2012 in Fai da te

 

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Manipolati digitalmente i video di Al-Qaeda

di PAUL JOSEPH WATSON 16/08/2007

ImageUn esperto analista informatico ha fornito la prova che i cosiddetti filmati di Al-Qaeda sono digitalmente falsificati ed ha inoltre denunciato senza volerlo un sorprendente dettaglio che indica chiaramente che un’organizzazione affiliata al Pentagono è la responsabile diretta del rilascio dei video.

Neal Krawetz, un ricercatore nonché consulente per la sicurezza informatica, ha fornito oggi un’interessante presentazione alla conferenza BlackHat sulla sicurezza di Las Vegas, riguardo l’analisi delle fotografie digitali e delle immagini video alla ricerca di alterazioni o miglioramenti”(da Wired News ).

“Impiegando un programma da lui scritto ( e fornito alla conferenza in CD-ROM), Krawetz è riuscito ad ottenere i tabulati delle tabelle di quantizzazione di un file JPEG (il che indica la compressione dell’immagine) e a determinare il mezzo finale con cui è stata creata l’immagine – cioé il tipo e il modello della camera in caso di immagine originale o la versione del Photoshop impiegata per alterare e ri-salvare l’immagine”.

Ma la scoperta più significativa di Krawetz è giunta grazie all’analisi di un dettaglio contenuto in un video di Ayman al-Zawahiri del 2006.

Grazie alla sua analisi Krawetz ha potuto giungere alla conclusione che il logo AS-SAHAB (il supposto ramo informativo di Al-Qaeda) e il logo INTELCENTER (un’organizzazione privata di servizi informativi, con sede negli Stati Uniti, che “monitorizza l’attività terroristica”) sono stati entrambi aggiunti al video nello stesso istante (cioè insieme).

E questo indica chiaramente che la stessa INTELCENTER ha prodotto direttamente la registrazione o quanto meno l’ha manipolata prima del suo rilascio.

In fondo, perché i terroristi di Al-Qaeda sarebbero tanto interessati a marcare i loro video con il logo di un’organizzazione con sede negli USA gestita da individui con stretti legami al complesso militare-industriale?

In una nostra precedente inchiesta, abbiamo evidenziato come l’INTELCENTER, il tramite tra “ramo informativo di Al Qaeda” e la stampa, e l’organizzazione che ottiene in modo routinario le registrazioni, rappresenti poco più che un gruppo d’avanguardia del Pentagono costituito da individui con stretti legami a Donald Rumsfeld e alla macchina da guerra statunitense.

INTELCENTER si è trovata anche dietro il rilascio del recente “nuovo” tape di Bin Laden, che in realtà era solo un vecchio filmato del 2001, rilasciato, anche dalla stessa INTELCENTER, in non meno di altre due occasioni negli ultimi cinque anni.

INTELCENTER è diretto da Ben Venzke, ex dirigente dei servizi informativi di una compagnia chiamata IDEFENSE , che è una compagnia Verisign . L’IDEFENSE è una compagnia per la sicurezza nel web che monitorizza le informazioni segrete nei conflitti in Medio Oriente, focalizzando la propria attenzione tra l’altro sulle minacce informatiche. E’ anche popolata da ex ufficiali dei servizi segreti militari.

Il direttore delle informative sui pericoli (Threat Intelligence), Jim Melnick, è stato per 16 anni nell’esercito USA e nella DIA (Defense Intelligence Agency) ed ha lavorato in operazioni psicologiche. Dal sito della IDEFENSE:

“Prima di venire alla iDefense, Melnick ha prestato un eccellente servizio per oltre 16 anni nell’esercito USA e nella Defense Intelligence Agency. Durante tale periodo, Melnick ha svolto vari ruoli, tra cui operazioni psicologiche, analisi di minacce internazionali con particolare enfasi sugli affari all’estero, operazioni di informazione e affari russi. Ha anche svolto ruoli attivi di spionaggio politico/militare, in particolare in affari esteri. Melnick è attualmente un Colonnello di riserva dell’esercito USA assegnato all’Ufficio del Segretario della Difesa. Melnick ha pubblicato in numerosi giornali militari e di affari internazionali, ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti militari e della DIA. Melnick ha ottenuto un Master of Arts [laurea di 2° grado] in National Security and Strategic Studies presso l’U.S. Naval War College, un Master of Arts in studi russo presso l’Università di Harvard, e un Bachelor of Arts [laurea di 1° grado] con lode in Scienze Politiche al Westminster College.”

Così dunque ci troviamo di fronte ad una compagnia che per propria ammissione ha legami ad un funzionario dei servizi militari per le operazioni psicologiche [psy-ops] e che ha lavorato alle dirette dipendenze di Donald Rumsfeld. Poiché l’INTELCENTER e Ben Venzke sono in diretta connessione alla IDEFENSE, Rumsfeld si viene a ritrovare ad appena tre passi dai video di propaganda di Al Qaeda.

Il rilascio dei video di Al Qaeda è per INTELCENTER un vero affare, in quanto fa pagare ben oltre i 4000 dollari l’anno per pacchetti inviati alle “agenzie militari, federali e dei servizi segreti”.
C’è da aggiungere a questo il fatto che INTELCENTER manipola digitalmente i video e quindi aggiunge il logo di un presunto gruppo terroristico prima del loro rilascio: e così si rendono chiare le ramificazioni – elementi all’interno degli Stati Uniti d’America chiaramente editano, se non addirittura creano, i video di “Al Qaeda” per i loro scopi.

Al-Qaeda, o più esattamente INTELCENTER, sembra considerare doveroso il rilascio di video nei momenti più utili politicamente all’amministrazione Bush.

Se si deve giustificare una guerra, vincere un’elezione o distogliere l’attenzione da uno scandalo, ecco che Bin Laden, Al-Zawahiri o le loro spalle, possiamo esserne certi, tirano fuori i loro prodotti e salvano le penne a Bush.

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Appena terminato il periodo di sei mesi di osservazione sulla guerriglia e giusto in tempo al previsto abbandono di Bush riguardo l’Iraq da parte dei più fedeli repubblicani, ecco saltar fuori all’improvviso Bin Laden per ricordarci che è necessario “finire quello che si doveva finire” e vincere la guerra al terrorismo inviando più militari nel tritacarne.

Sia Kerry che Bush hanno attribuito la rielezione del presidente nel 2004 alla comparsa di Osama Bin Laden in un video pochi giorni prima del voto. L’esperto giornalista Walter Cronkite ha espresso l’idea che l’intera commedia fosse statta orchestrata da Karl Rove.

Alla vigilia della guerra d’Iraq, durante l’ignobile discorso di Colin Powell all’ONU, saltò fuori un’audioregistrazione nella quale Bin Laden affermava di essere un alleato di Saddam Hussein , in pratica una confezione regalo per i Neo-Cons che erano stati completamente sbugiardati sulle loro affermazioni che vi era un legame tra Iraq e 11/9.

Ayman Al-Zawahiri è apparso con perfetto tempismo per due anni di fila, pochi giorni prima che lo Stato dell’Unione facesse a pezzi il “macellaio” e “fallimentare” Bush.

Un tempismo impeccabile!

Ed esattamente quando Bush ha bisogno di rinforzare il terrore verso un illusorio nemico, ogni gennaio, prima del grande discorso, per mettere a tacere i critici, ecco saltar fuori al-Zawahiri con la sua merce.

L’analisi di Krawetz conclude infine che in alcuni video, compreso quello diAdam Pearlam, probabile doppio agente del Mossad, sono stati artificialmente aggiunti vari oggetti e sfondi verdi, per “conferire autorevolezza e dignità al video”.

Il punto cruciale (smoking gun) resta il fatto che i due logo, quello del braccio armato “terrorista” AS-SAHAB e quello dell’organizzazione INTELCENTER, sono stati aggiunti esattamente nello stesso tempo, il che significa o che INTELCENTER, con i suoi stretti legami al governo USA e alle operazioni psicologiche, ha terroristi in busta paga o che la stessa INTELCENTER ha manipolato e direttamente rilasciato i materiali di propaganda di Al Qaeda.

Entrambe le conclusioni sono sconvolgenti e richiedono un’immediata inchiesta dell’FBI su INTELCENTER ed i suoi proprietari.

 
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Pubblicato da su gennaio 15, 2012 in Governo sovranazionale

 

Troppo tardi, Tim (il caso del KC-10 nei cieli del Canada)

DI ROSARIO MARCIANÒ
22/07/2010

14 luglio 2010: l’utente You-Tube USAFFEKC1O inserisce sul suo canale, creato nel 2008, ma lasciato inutilizzato per molto tempo, due filmati che riprendono due aviocisterne KC-10 impegnate in due rispettive operazioni di aerosol. Le riprese sono state eseguite da bordo di un altro velivolo, posto in coda e situato poco più in alto ed a breve distanza. Sia il nome del canale sia le comunicazioni radio che si sentono nel secondo filmato sia la posizione privilegiata per le riprese, inducono a supporre che il velivolo sulla scia del KC-10 sia anch’esso un aereo militare.Le riprese sono di notevole impatto per diversi motivi, ma soprattutto perché ritraggono in modo inequivocabile degli aerei militari chiaramente impegnati in operazioni di spraying. Nel primo video, che noi di Tanker Enemy, su segnalazione dell’amico Arturo, abbiamo subito rielaborato e riproposto sui nostri canali multimediali nonché suiblogs (rilanciato poi da Nexus), si possono osservare scie dense ed iridescenti provenire da svariati punti dei piani alari e non dai tre motori del KC-10. E’ altrettanto di rilievo il fatto che il pilota che sta eseguendo le riprese, cita chiaramente le “chemtrails”.

Nel giro di poche ore, si scatena una bagarre senza precedenti. Il filmato viene caricato su decine di canali video e compie il giro del mondo, segnalato da decine di blogs, siti Web, forum. Subito si precipitano i soliti “guardiani del sistema” per tentare di dimostrare che non si tratta di chemtrails, ma di fuel dumping, cloud seeding, contrails da pressione alare, trecce di Berenice etc. Inutile. Il video imperversa in ogni dove, divenendo un viral.

Il 17 luglio viene aggiunto un terzo video.

Nel frattempo, molti si iscrivono sul canale di USAFFEKC1O. Parecchi si complimentano con il pilota dissidente e lo ringraziano per il suo coraggioso gesto. L’utente USAFFEKC1O mantiene un basso profilo, rispondendo raramente e con poche righe. Uno dei primi suoi commenti, pubblicato sul canale Tanker Enemy, è inequivocabile per suo il contenuto. Il pilota misterioso scrive:

18 luglio 2010 USAFFEKC1O – “Nice job tanker enemy… I like the enhancements. Btw, I took the? video while we were flying over Canada. Thanks for translating the video: so more people will understand what’s going on. I’ll post more as I see them“.

Cogliendo la palla al balzo e cercando di avere qualche particolare in più, gli rispondiamo così:

“@USAFFEKC1O Thank You so much, friend for this courageous action and excellent videos about close up chemtrails. Your action is very important, because it comes from a pilot and it creates a breakthrough in the wall of silence and censure. Your videos are very clear and full of interesting details about chemtrails and nozzles. Which kind of camera do you use? A Canon? I hope we can continue in this cooperation for chemtrails disclosure. Take care? and be always cautious“.

La domanda sulla videocamera impiegata non è casuale. Abbiamo, infatti, notato che le riprese mostrano un difetto tipico degli stabilizzatori di movimento delle apparecchiature Canon di fascia economica. L’immagine viene parzialmente stabilizzata per qualche frazione di secondo, ma poi subisce dei repentini scatti, spostando il soggetto in modo anomalo da un lato all’altro dell’inquadratura. Volevamo quindi verificare se il pilota ci avrebbe risposto nel modo corretto e questo per capire se chi scriveva era lo stesso autore dei video inseriti sul canale USAFFEKC1O.

USAFFEKC1O ci risponde e scrive:

“@tankerenemy I used a? Canon Powershot SX200 to shoot the video“.

Dunque la fotocamera impiegata è quella che pensavamo noi. Bene.

Il problema ora diventa uno solo: quanto tempo passerà, prima che l’autore delle scomode riprese sia identificato? Quanto tempo passerà, prima di una sua prevedibile smentita? Non abbiamo dubbi: il tempo scorre veloce. Infatti, supponendo una lettura delle registrazioni dei tracciati radar, sappiamo che è solo una questione di ore o, al massimo, di pochi giorni.: l’aereo in coda al tanker KC-10 sarà in breve identificato e con esso i piloti colpevoli di “alto tradimento”. In subordine, se l’utente ha eseguito l’upload dei video con un IP riconoscibile, verrà individuato chiedendo i tabulati di accesso ai server You-Tube.

Così è stato. La sera del 20 luglio, a pochi minuti dalla mezzanotte, le decine di canali nei quali era stato immesso e riproposto il video di USAFFEKC1O, vedono comparire un commento identico, che è il seguente:

20 luglio 2010 USAFFEKC1O – “The truth is, the video is real and unedited but the title was created to poke fun at the chemtrail people. All this video shows is a couple of KC-10’s flying in formation. When I saw the contrails coming from the lead KC-10 I pulled out my video camera knowing I was going to pull this? prank and the pilots played along. So there you have it. It’s just a prank on all the chemtrailers.

Sorry,
-Tim”.

Inoltre i titoli dei tre filmati sono stati rinominati come, ad esempio, “Chemtrail spraying”, che poi diventa “Chemtrail spraying (NOT!)”.

Che cosa è successo? Non è difficile immaginare quali guai stia affrontando in queste ore l’aviatore insider. Senza meno, avrà già subìto un provvedimento disciplinare. La sua carriera sarà sicuramente compromessa. Nel frattempo è stato obbligato a pubblicare centinaia di commenti uguali su decine di canali e siti diversi, nel disperato tentativo di turare la falla che il suo temerario ed incosciente gesto ha cagionato.

E’ evidente che questa immediata inversione di marcia è un’ulteriore conferma di quanto la faccenda sia drammaticamente seria. In effetti, il video parla da solo e non esistono smentite atte a negarne l’evidenza.

La conclusione è la seguente: i vertici militari hanno commesso un errore enorme, nel costringere l’aviere a ritrattare. Questa è la prova provata che il pilota ha ripreso delle reali scie chimiche. La palinodia coatta è più eloquente di qualsiasi rivelazione. Infatti, se si vuole nascondere un proprio errore, non si grida ai quattro venti: “Non sono stato io!”, oppure “Era tutto uno scherzo”, ma si cerca di glissare, tacendo. Tuttavia il sistema teme che certe verità scottanti comunque emergano sicché preferisce bloccare e censurare piuttosto che attendere che le acque si calmino. Queste pressioni, sfociate nell’inverosimile e tremebonda smentita, sono più convincenti di mille video che mostrano aerei chimici. Si può ora anche affermare che è stato uno scherzo o una burla, ma nessuno crederà ad una “excusatio non petita”. Così questa maldestra ed affannosa correzione di rotta si rivela per quello che è: un’ammissione più esplicita e persuasiva di qualsiasi sconfessione.

Troppo tardi, Tim.

Addendum

Skywitness – “Bel lavoro, U.S.A.F.! Questa è la conferma definitiva che chi cerca di rompere il silenzio sulle chemtrails è screditato o riportato nel recinto. Il buon risultato è che una volta che sono stati inseriti questi video, sono divenuti un viral e ora sono di dominio pubblico. Grazie ancora per aver realizzato questo strabiliante filmato di aerei chimici che diffondono veleni sulla popolazione. Grazie amche per aver cambiato atteggiamento così rapidamente ed in modo così preoccupato e precipitoso (cambiando i titoli ai video, rettifiche etc.): ciò mostra senza alcun dubbio che gli avvelenatori di alto rango hanno esercitato enormi pressioni”.

trettomahawk @ USAFFEKC1O – “Troppo tardi: il danno per il sistema è fatto. Non siamo tonti. Abbiamo compreso le minacce che hai ricevuto sulla tua pelle. Sei un pilota militare ed hai filmato qualcosa di interessante dalla cabina del tuo aereo. Due colleghi erano con te ed uno dei due ha esclamato: ‘Non riprendere questa prova’. penso che tu sia una voce fuori dal coro o una persona molto coraggiosa. Il tuo video si è moltiplicato centinaia di volte e non smetterà di colpire. Goditi la tua carriera ed il tuo avvelenamento, amico“.

trettomahawk – “Succede questo quando fai il militare e ti fai prendere la? mano (dimenticando che mestiere fai). Le ingenuità non vengono perdonate dal Sistema. Valgono a poco i copia e incolla: il video si è moltiplicato decine e decine di volte in pochi giorni e non smetterà di colpire. Scommetto che una buona parte di questo cambio di rotta sia dovuto anche agli altri due colleghi che aveva in cabina. Uno rideva e sembrava rilassato, l’altro gli diceva di “non filmare alcuna prova”. Quando dicevo che avrebbero colpito intendevo proprio questo. Sarebbero partiti da questo giovane pilota americano che ha aperto il suo canalino Youtube due anni fa come tanti altri esseri umani.

Scommetto oltretutto che gli iniziatori di questo ‘procedimento’ sono stati gli squadristi italiani che conosciamo bene, oggettivamente i più inferociti di queste pseudo-democrazie occidentali. Guai a collaborare con tankerenemy.com! E’ appunto perchè esiste un sito come questo che esistono anche questi agenti di controllo addetti al cyber-squadrismo. Costoro – è stato provato cento volte – hanno contatti con? i vertici di Intelligence italiani ma non solo: anche con quelli esteri. Ricordiamocelo sempre: basta alzare una cornetta nel 2010“.

 
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Pubblicato da su gennaio 15, 2012 in Scie chimiche

 

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10 prove sull’esistenza delle scie chimiche

di Massimo Mazzucco – http://www.luogocomune.net

Per l’11 settembre Paolo Attivissimo sosteneva che “tutte le risposte alle domande dei complottisti sono già state date, e che non esistono misteri da rivelare”. Naturalmente, le “domande” se le preparava lui, per cui gli veniva molto facile avere ragione finchè parlava davanti allo specchio. Quando invece lo abbiamo messo di fronte alle vere domande sull’11 settembre, in diretta radiofonica, la sua sicumera si è squagliata come neve al sole, e le famose “risposte” che dovrebbero esistere siamo ancora tutti qui ad aspettarle.
Con le scie chimiche sta accadendo la stessa cosa: il CICAP afferma che “ad oggi non si ha alcuna evidenza che possa supportare l’ipotesi dell’esistenza delle scie chimiche”, mentre Attivissimo continua a ripetere che, anche in questo caso, tutte le risposte sulle “presunte scie chimiche” sono già state date. Si accodano come papere da cortile tutti i “giornalettismi” nazionali, dall’eccelso Focus fino al più oscuro dei blog negazionisti. 
Dimostreremo quindi, anche in questo caso, che le risposte alle vere domande non sono mai state date, e che i debunkers mentono spudoratamente, …
… quando cercano di negare un fenomeno che persino un bambino di 10 anni oggi è in grado di riconoscere.
Già che ci siamo ne approfittiamo per tornare ad evidenziare il classico arsenale di trucchetti da baraccone utilizzati dai debunkers, ai quali si aggiunge l’uso ripetuto di una regola molto particolare: “se non riesci a nascondere un problema, capovolgilo a tuo favore”.
Non solo devi saperti arrampicare sugli specchi, per meritarti i galloni del CICAP, ma devi anche saperti divincolare al momento giusto, se vuoi riuscire a ricadere in piedi.


Venghino Signori, lo spettacolo va ad iniziare!

Introduzione – Differenza fra contrails e chemtrails
(Chi conosce l’argomento può saltare l’introduzione)

Prima di tutto è necessario chiarire bene cosa si intende per “scie di condensa” (contrails) e cosa si intende per “scie chimiche” (chemtrails).

Per scie di condensa si intende la classica striscia bianca che compare in cielo dopo il passaggio di un aereo ad alta quota. Le scie di condensa non contengono alcun composto chimico che non sia il risultato diretto della combustione del carburante nelle turbine.

Per scie chimiche si intende invece una qualunque scia, rilasciata da un aereo in volo, che contenga anche composti chimici che non sono direttamente implicati nel processo di alimentazione delle turbine. In altre parole, sono composti chimiciaggiuntivi, che non hanno nulla a che vedere con la propulsione e il sostentamento dell’aereo in volo.

Come si formano le scie di condensa – Il fenomeno delle contrails è dovuto al rapido congelamento del vapore acqueo che si condensa intorno alle particelle solide rilasciate dagli scarichi dei jet. Il vapore acqueo proviene in parte dalla combustione del carburante, in parte è già presente nell’atmosfera. Il fenomeno di condensazione non si verifica sempre, ma solo in presenza di determinate condizioni atmosferiche, come una umidità pari o superiore al 70%, una temperatura inferiore a 40 gradi sotto zero, e una quota superiore agli 8000 metri. Questi non sono parametri assoluti, ma sono quelli ritenuti validi per la grande maggioranza delle scie di condensa.

Trattandosi sostanzialmente di una “striscia di vapore ghiacciato” sospesa nel cielo, la scia di condensa si scioglie rapidamente sotto i raggi solari, e scompare normalmente dopo qualche minuto. Solo in presenza di condizioni molto particolari una scia di condensa può perdurare nel cielo anche per svariate ore.

E’ molto importante conoscere bene queste condizioni particolari, che esamineremo più avanti, perchè stanno al cuore del dibattito sulle scie chimiche.

PROVA n.1 – Le contrails ufficialmente promosse a “nuvole permanenti”.

Come diceva Edgar Allan Poe, il modo migliore per nascondere una cosa è di metterla sotto gli occhi di tutti.

La prima prova dell’esistenza delle scie chimiche infatti proviene dalle stesse fonti istituzionali che cercano di nasconderne l’esistenza. Come abbiamo detto altre volte, la presenza delle scie chimiche nel mondo ormai è talmente evidente che è diventato impossibile fingere di non vederle. Qualcuno quindi deve aver pensato che fosse meglio riconoscerne l’esistenza, cambiando magari nel frattempo il nome di questo fenomeno.

Se si consulta l’attuale “tabella delle nuvole” della NASA, si scopre che accanto ai classici cirri, cirrostrati e cirrocumuli delle alte quote compare anche un nuovo tipo di “nuvola”, chiamato “contrail”:

Mentre se torniamo solo al 2007 le contrails non apparivano quasi mai nella “nuvologia ufficiale”, e restavano confinate fra le “nuvole anomale” (notiamo però che la fotografia riporta delle VERE contrails, corte e NON PERMANENTI). Se poi torniamo al 1969, quando già l’aviazione civile era molto diffusa, e i “Jumbo” 747 iniziavano a coprire le più importanti rotte mondiali, le “contrails” restavano delle emerite sconosciute (v.Atlante De Agostini).

Purtroppo invece oggi stanno iniziando ad insegnare ai bambini che tutte le scie osservate in cielo sono normali scie di condensa. Stanno cioè cercando di condizionare le future generazioni ad accettarne la presenza come un dato di fatto, senza più porsi nessuna domanda sulla vera origine di questo fenomeno.

Sul sito dell’Associazione degli insegnanti di scienza americani le contrails non solo vengono elencate fra i normali tipi di nuvole ufficiali, ma viene specificato che ne esistono di tre tipi diversi:

Contrails di breve durata: quando nell’aria c’è un pò di umidità, dietro all’aereo si forma una contrail che crea una brillante linea bianca che dura poco tempo.Contrail persistenti che non si espandono: se l’aria è molto umida, si formerà dietro all’aereo una scia di condensa che durerà per molto tempo. Questo tipo di scia perdurerà in cielo per molto tempo, dopo che l’aereo è scomparso dalla vista. Può durare da qualche minuto fino ad oltre un giorno, mantenendo la sua forma di linea sottile.Contrail persistenti che si espandono: queste contrail si formano quando una contrail persistente si allarga. Con il passare del tempo diventano sempre più larghe e lanuginose.

Naturalmente, Attivissimo ed il CICAP hanno sposato in pieno questa nuova “verità”, fingendo che si tratti della cosa più naturale del mondo.

Noi invece, che siamo leggermente più scettici, vorremmo sapere come mai queste “contrails persistenti” appaiono oggi ormai dappertutto, mentre fino a una decina di anni fa il fenomeno era praticamente sconosciuto. (Il “caso chemtrails” è nato pubblicamente, intorno all’anno 2000, proprio perchè la gente ha iniziato a notare nel cielo delle lunghe scie persistenti che non aveva mai visto prima).

Lo stesso Attivissimo, nel rispondere alla domanda “Perchè oggi si vedono molte più scie di prima?”, riconosce che

“indubbiamente le scie di condensa erano molto meno frequenti in passato rispetto ai giorni nostri.” Secondo Attivissimo “le ragioni sono principalmente due: si volava di meno e i motori degli aerei producevano meno scie.”

Come vedremo, si tratta di due spiegazioni fasulle, che poggiano su un sottile inganno di tipo psicologico.

PRIMA SPIEGAZIONE: Il traffico oggi è fortemente aumentato.

A sostegno della sua tesi, Attivissimo dichiara che

“il traffico aereo in Italia dal 1986 al 2006 è triplicato”,

anche se non mostra nessun documento ufficiale che confermi questi dati. In ogni caso è scorretto prendere i dati “a partire dal 1986”, perchè il fenomeno delle “contrails persistenti” ha cominciato ad essere notato soltanto negli ultimi anni del secolo scorso. Bisogna quindi prendere i dati del 2000, quando il fenomeno era ancora quasi inesistente, e confrontarli con quelli degli ultimi 10 anni, quando invece è esploso dappertutto. (Altrimenti, perchè non prendere i dati “dal 1925 al 2006”, già che ci siamo, per dimostrare che “il traffico aereo è aumentato”?)

Se guardiamo i dati degli ultimi 10 anni scopriamo che il traffico aereo complessivo mondiale (e non solo “italiano”) non è affatto aumentato, ma è anzi leggermente diminuito.

Consultando le tabelle dell’Airports Council International, si può confrontare il movimento complessivo annuale (decolli+atterraggi) dei più importanti aeroporti del mondo. Ad esempio l’aeroporto di Parigi è sceso da 517.000 movimenti nel 2000 a 499.000 movimenti nel 2010. Los Angeles da 783.000 a 666.000. New York (LGA) da 384.000 a 362.000. New York (EWR) da 450.000 a 403.000. Londra da 466.000 a 454.000. Miami da 517.000 a 376.000. San Franciscoda 429.000 a 387.000. Toronto da 426.000 a 418.000. Ci sono anche casi in cui il traffico locale è aumentato (Atlanta da 915.000 a 950.000), ma il trend complessivo rimane comunque al ribasso.

In un articolo del New York Times del 2008 leggiamo: “Le aerolinee stanno riducendo i programmi di volo interni fino al 20%, a causa del crescente costo del petrolio e della crisi economica. Riduzioni ulteriori sono previste per l’anno prossimo.” L’articolo dice anche, ad esempio, che “a St. Louis il traffico aereo è crollato del 53.9% dal 2000 ad oggi”. “A Pittsburgh il traffico passeggeri nell’ultima decade è dimezzato.” “A Cincinnati il traffico passeggeri è diminuito del 36% dal 2005 ad oggi.” Soltanto a Las Vegas il traffico è aumentato del 50% fra il 2000 e il 2007, ma nell’arco 2000-2010 è comunque sceso da 521.000 movimenti annuali a 505.000 (v. tabella precedente).

Volano quindi oggi complessivamente meno aerei di quanti ne volassero 10 anni fa.

In ogni caso, come dicevamo, questa spiegazione è solo un inganno di tipo psicologico: la quantità di traffico aereo infatti non ha nulla a che vedere con il fenomeno di formazione delle “contrails persistenti”, poichè ciascun aereo rilascia la sua scia individuale, indipendentemente dal numero di aerei che stanno volando in quel momento nella zona, o che voleranno nelle prossime ore. Nessun aereo infatti “ricalca” una scia fatta in precedenza da un altro aereo, e quindi ciascuna scia va esaminata individualmente. (Avete visto come sono bravi i debunkers, quando si tratta di farvi confondere la quantità con la qualità?)

SECONDA SPIEGAZIONE – I motori di oggi producono più scie di una volta.

La seconda spiegazione di Attivissimo per il fenomeno delle contrails persistenti è che

“oggi sono molto più diffusi rispetto anche a solo pochi anni fa i motori turbofan a doppio flusso, che provocano più facilmente la formazione di contrail rispetto ai sorpassati turbofan a flusso singolo.”

Che sia vero o meno, non ha nessuna importanza. Siamo infatti nuovamente di fronte ad una trappola di tipo psicologico, poichè la formazione di una contrail non ha nulla a che vedere con la sua persistenza nel tempo. Se ti racconto una barzelletta ridi una volta, se te ne racconto 50 ridi 50 volte. Ma non è che ridi per mezz’ora di seguito, ogni volta che ti racconto una barzelletta, sono perchè queste sono “tante”.

Ma aspettate, perchè la vera barzelletta arriva adesso. Guardate cosa scrive Attivissimo in proposito:

“Ma in questa seconda citazione si sta esaminando nello specifico la persistenza delle scie di condensazione, non la loro semplice formazione. I sostenitori della teoria delle “scie chimiche” mescolano erroneamente queste due citazioni, riferite a concetti diversi, e ne creano una ibrida che non corrisponde alla realtà tecnica descritta dalla letteratura di settore. Bisogna dunque distinguere fra formazione e persistenza delle scie di condensazione.”

Avete capito? Sono “i sostenitori delle scie chimiche” che “mescolano erroneamente queste due citazioni”, non è lui a farlo!Lui è puro, lui è santo, e gli tocca pure fare la predica a quei pasticcioni che sostengono le scie chimiche! (Non c’è modo migliore per nascondere la propria colpa che addossarla con grande sdegno a qualcun altro).

Come andiamo dicendo ormai da tempo, quello dei debunkers è soprattutto uno spettacolo di illusionismo, fatto di cortine fumogene e di inganni mentali, il cui vero scopo è di distogliere l’attenzione dal problema, non certo di risolverlo.

Quindi, nel ringraziare Attivissimo per aver riconosciuto che “le scie di condensa erano molto meno frequenti in passato rispetto ai giorni nostri”, poniamo le seguenti DOMANDE:

1A- Sai spiegare perchè il fenomeno delle “contrails persistenti”, oggi diffuso dappertutto, non veniva quasi mai osservato sul finire degli anni ’90, quando l’intensità del traffico aereo era simile, se non addirittura maggiore, di quella odierna?1B– Puoi mostrare una tabella di classificazione delle nuvole precedente al 2000, presa da un qualunque libro scolastico, enciclopedia o atlante di meteorologia, in cui compaia anche la categoria di “contrail persistenti”? (Se si tratta di un fenomeno dovuto al semplice passaggio dei jet, questa categoria avrebbe già dovuto esistere, accanto a tutte le altre, da almeno 30 anni).

(Ma poi scusate, se fossero davvero i “nuovi turbofan” a creare tutti quei disastri in cielo – non dimentichiamo che secondo la NASA le “contrails permanenti” contribuiscono adirittura ad aumentare l’effetto serra – non basterebbe tornare ai motori di una volta per risolvere il problema?)

PROVA n.2 – Il fenomeno della persistenza/allargamento

Affrontiamo ora il fenomeno della persistenza/allargamento delle scie, che sta al cuore del dibattito.

Vediamo la spiegazione che ci fornisce il CICAP:

“La persistenza, invece, è un particolare fenomeno che si verifica solo quando l’umidità relativa in quota è sufficientemente alta (solitamente uguale o superiore al 60%-70%), tuttavia è semplicemente impossibile ridurre il fenomeno ad una triade stringente di parametri. Innanzitutto perché i tre parametri in questione vanno considerati in correlazione uno all’altro e non in modo indipendente, sicché le loro combinazioni sono infinite e non catalogabili in modo rigoroso e preciso. Inoltre la formazione e la persistenza delle scie dipendono anche da molti altri fattori difficilmente misurabili e/o prevedibili come efficienza del motore, tipo di combustibile, venti, correnti ecc, ecc.: quindi i modelli previsionali, anche i più recenti, non potendo semplicemente tenere conto di tutto ciò per essere gestibili, sono e sempre saranno imprecisi.”

In altre parole, IL CICAP NON OFFRE NESSUNA SPIEGAZIONE. Crea soltanto una grande cortina fumogena, nella quale “è impossibile ridurre il fenomeno a parametri stringenti”, con “combinazioni infinite e non catalogabili”, e con “molti altri fattori difficilmente misurabili” che permettono solo di ottenere “modelli imprecisi”.

Così sono capace anch’io a spiegare le cose. Manca solo il punteggio dell’Atalanta in campionato, fra le variabili in gioco, e puoi spiegare persino le apparizioni di Fatima.

***

Vediamo se per caso Attivissimo aggiunge qualcosa di più concreto, nel rispondere alla domanda “Non è strano che certe scie di condensazione siano lunghe anche centinaia di chilometri? Non è più logico che siano sostanze sparse dall’aereo?”

ANCHE ATTIVISSIMO NON OFFRE NESSUNA SPIEGAZIONE. Con la classica astuzia da prestigiatore, Attivissimo si è addirittura “preparato” la domanda in modo da poter evitare di affrontare il problema:

“No, anzi, è logico proprio l’opposto: nessun aereo potrebbe contenere così tanto materiale, di qualsiasi tipo esso fosse, da poterlo spargere ininterrottamente per tratte così lunghe”.

In altre parole, Attivissimo ci dice che siccome gli aerei non avrebbero uno spazio sufficiente per trasportare “così tanto materiale”, le scie persistenti non possono essere scie chimiche.

Ecco il classico uso della regola “se non riesci a nascondere un problema, capovolgilo a tuo favore” di cui parlavamo all’inizio. Siccome la lunghezza delle “contrails” ormai è diventata imbarazzante, Attivissimo cerca di usarla a suo favore, e ci dice che le scie sono TROPPO lunghe per contenere dei composti chimici che sull’aereo non ci starebbero nemmeno.

E per le scie lunghe “così così” cosa facciamo, Attivissimo? A che punto una scia diventa “troppo lunga” da dover contenere “così tanto materiale” che “nessun aereo potebbe contenerlo”?

Naturalmente Attivissimo non si spreca nemmeno per spiegare il fenomeno dell’allargamento delle scie persistenti: visto che sull’aereo non c’è spazio a sufficienza per i composti che servono a fare una scia “molto lunga”, figuriamoci se c’è posto per quelli che devono farla pure allargare di svariati chilometri.

Ma poi, dove sarebbero i calcoli scientifici degli “specialisti”, che Attivissimo dice di consultare regolarmente, a sostegno della sua tesi?

In realtà, a quelli del CICAP piace molto PARLARE di scienza, ma evitano accuratamente di utilizzarla. Noi invece gli presentiamo un vero calcolo scientifico, fatto da un fisico di professione (Corrado Penna), che dimostra come persino nei casi più estremi, in cui una scia PUO’ effettivamente persistere ed allargarsi il cielo, non può comunque allargarsi fino alle dimensioni mostrate dalla stragrande maggioranza delle foto satellitari che provengono ormai da ogni parte del mondo.

A chi nega l’esistenza delle scie chimiche poniamo quindi queste DOMANDE:

2A – Sai spiegare in termini scientifici il fenomeno che porterebbe centinaia di scie di condensa a formarsi e persistere nell’atmosfera per diverse ore, o addirittura per giorni interi, allargandosi spesso fino a coprire aree di svariate centinaia di chilometri quadrati?

Attenzione: non stiamo chiedendo di descrivere le “condizioni estreme” in cui il fenomeno fisico PUO’ accadere. Quelle le conosciamo già. Vorremmo conoscere le condizioni meteorologiche (set di parametri potenziali) che debbono verificarsi contemporaneamente (o comunque nell’arco di poche ore) su zone molto ampie di territorio per ciascuna delle “contrails persistenti”, lunghe spesso centinaia di chilometri, che vengono rilevate sistematicamente dalle immagini satellitari da ogni parte del mondo. (Cliccare l’immagine per vederne alcuni esempi).

2B – Sei in grado di confutare il calcolo scientifico di Corrado Penna, che dimostra (con un margine errore di +- 5%) come la dimensione raggiunta dalla grande maggioranza delle scie visibili nelle foto satellitari non possa essere dovuta al semplice fenomeno di condensa noto come “contrail”?

Mentre aspettiamo la risposta a queste domande, facciamo notare un paio dei classici “infortuni” nei quali Attivissimo inciampa regolarmente, quando cerca di sostenere a tutti costi una tesi insostenibile.

1 caso: contraddizione plateale

Nel tentativo di spiegare i casi di persistenza, Attivissimo riporta questa citazione da un testo americano:

“le scie di condensazione possono formarsi anche se l’ambiente ha umidità relative pari allo 0%, a patto che la temperatura sia sufficientemente bassa, perché l’acqua necessaria è contenuta, sotto forma di vapore, nello scarico dei motori a getto”.

Quindi, quando gli fa comodo, l’acqua necessaria per formare la scia è contenuta nello scarico dei motori. Quando invece gli torna utile il contrario, dice che

“Il grosso dell’acqua presente nella scia viene appunto dall’atmosfera, cioè da fuori l’aereo, e quindi il contenuto totale di acqua di una scia di condensa corrisponde a molte volte il carico utile di qualsiasi aereo.”

E’ un pò come l’aereo del Pentagono: quando doveva spiegare la totale mancanza di rottami, diceva che si era disintegrato in mille frammenti invisibili. Quando invece doveva spiegare il foro di uscita al terzo anello, l’aereo diventava un ariete indistruttibile capace di abbattere un centinaio di colonne di cemento armato lungo il suo percorso.

Basta sapersi adattare. Come è noto la scienza, a casa del CICAP, è elastica come le mutande di Pantalone.

2° caso – clamoroso autogoal

Sempre per sostenere la “normalità” delle scie persistenti, Attivissimo cita un documento dell’Istituto Geofisico dell’Alaska del 1970, che dice:

“L’autore in persona ha visto casi nei quali una singola contrail sembrava crescere fino a formare una copertura occupante l’intero cielo.”

Peccato che Attivissimo si sia dimenticato di tradurre la frase seguente, che dice:

“Se la contrail è stata la causa effettiva [del fenomeno], cosa tutt’altro che certa, avremmo una prova definitiva che le contrails sono in grado di influenzare il tempo locale, ecc. ecc.”

Si tratta infatti di una ricerca per valutare la possibilità di sfruttare le scie degli aerei per la modifica del tempo, confrontandole con i risultati ottenuti fino a quel momento con la generazioni di nuvole da terra. L’autore del documento dubita fortemente che il semplice fenomeno della scie di condensa possa ottenere dei risultati utili, e conclude dicendo:

E’ evidente che, in ogni caso e dovunque si producano contails persistenti, le aerolinee stiano conducendo delle operazioni di cloud-seeding nelle quali ogni aereo in transito deposita dei nuclei [di condensazione] in numero almeno pari agli esperimenti di disseminazione fatti da terra.

E così Attivissimo, pur di scovare una qualunque affermazione che facesse apparire “normale” il fenomeno della persistenza, è riuscito a citare un documento che dubita che questo sia attribuibile alla semplice emissione di scie di condensa, mentre suggerisce che sia probabilmente il risultato di disseminazioni artificiali già in corso in quel momento.

(In realtà il documento lo conoscevamo già, ma è più divertente fingere che ce lo abbia regalato lui).

PROVA n. 3 – Le risposte degli organi ufficiali confermano l’esistenza del problema

La seconda prova si trova nelle risposte date da diversi organi governativi nel mondo alle richieste di chiarimenti, da parte di parlamentari come di semplici cittadini, sul contenuto effettivo delle operazioni di aerosol (irrorazione) osservate sui cieli delle loro città.

Raramente infatti queste risposte negano drasticamente l’esistenza del fenomeno, ma ne attribuiscono la responsabilità ad entità di tipo militare, spesso straniere, che sfuggono al loro controllo.

CANADA – Il primo caso famoso è quello di Espanola, una cittadina canadese i cui abitanti avevano iniziato ad accusare strani disturbi polmonari dopo che erano state notate ripetute operazioni di aerosol sui cieli della città. 550 cittadini firmarono una petizione che chiedeva l’immediata sospensione delle operazioni di aerosol, ma il governo canadese rispose laconicamente “non siamo noi”.

ITALIA – Nel 2003-2005 i deputati Ruzzante e Galante fecero diverse interrogazioni parlamentari, chiedendo chiarimenti sulle fenomeno delle scie permanenti osservate nei cieli italiani. Il Ministro della Difesa Martino rispose: “I velivoli dell’Aeronautica militare non sono coinvolti nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo”. Martino quindi non negò che qualcuno emettesse delle scie “differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione”, disse semplicemente che la nostra Aeronautica non lo faceva.

Ancora più trasparente la risposta data di recente dal Presidente della Repubblica Napolitano ad una cittadina italiana, Luigina Marchesi, che gli aveva scritto una lunga lettera per denunciare le continue operazioni di aerosol sulla sua vallata. Una vallata, fra l’altro, che non è nemmeno attraversata da aerovie civili.Tramite il suo attachè dell’Areonautica, Napolitano fece rispondere che “pur comprendendo le motivazioni e il coinvolgiimento morale ed emotivo che hanno originato la Sua istanza, devo mio malgrado informarLa che risulta impossibile intervenire su materie regolate da specifiche disposizioni di legge, la cui applicazione spetta ai competenti ministeri e su cui la Presidenza della Repubblica non può in alcun modo intervenire”. La risposta concludeva dicendo: “La informo che la sua istanza è stata nuovamente portata del competente Ministro della Difesa, per un sollecito esaustivo diretto riscontro”.

Anche in questo caso, Napolitano non ha detto che le scie chimiche non esistono, ha detto che lui non può farci nulla, e che la competenza del problema ricade sotto il Ministero della Difesa.

A chi nega l’esistenza delle scie chimiche poniamo quindi queste DOMANDE:

Se le scie chimiche fossero solo un parto della fantasia, e tutto quello che vediamo in cielo fossero normali scie di condensa…3A –  … perchè il Presidente della Repubblica avrebbe definito il problema sollevato dalla Marchesi come “materie regolate da specifiche disposizioni di legge”?3B – … perchè avrebbe risposto riconoscendo la propria impotenza in materia?

3C – … perchè avrebbe rimandato la questione al Ministro della Difesa, per avere “un sollecito ed esaustivo riscontro” su un problema che non esiste nemmeno?

3D – … perchè altri enti interpellati, come il governo canadese o il Ministro della Difesa Martino, avrebbero risposto che “non siamo noi” a causare un fenomeno che non esiste nemmeno?

PROVA n. 4 – Picchi anomali di composti tossici nelle riserve acquifere


Rosalind Peterson ha lavorato dal 1989 al 2005 come ispettrice per il Ministero dell’Agricoltura della California. Nel 2006 ha lasciato il pubblico impiego e ha fondato la ADC (Agricultural Defense Coalition), che si dedica a combattere l’inquinamento sistematico dell’atmosfera, dei terreni e delle riserve acquifere di tutta la nazione.

Nel 2002 gli abitanti della sua contea (Mendocino) avevano iniziato a notare delle lunghe scie persistenti, di natura lattiginosa, che venivano rilasciate da aerei bianchi o argentati senza livrea. Insieme ai suoi concittadini, la Peterson iniziò a tenere un dettagliato diario in cui annotava tutte le ossevazioni fatte dagli abitanti locali sulle operazioni di aerosol: date, orario dei passaggi, frequenza, direzione, quota stimata, il tutto accompagnato da centinaia di fotografie.

Non ci volle molto per capire che non si trattasse di semplici scie di condensa, anche perchè nel frattempo diverse specie di alberi tipiche di quella zona avevano iniziato a morire senza ragione apparente.

Nel 2007 la Peterson condusse una approfondita analisi di tutti i test di laboratorio effettuati dal Ministero della Sanità fra il 1984 e il 2006 sulle riserve d’acqua della regione. La Peterson ha così scoperto che dal 1994 in poi si verificavano periodicamente, nelle riserve d’acqua, dei picchi anomali di composti chimici quali Bario, Magnesio, Piombo, Manganese, Alluminio, Ferro, Sodio, oltre ai valori stessi di conduttività dell’acqua (che indicano la presenza di particolato metallico nell’acqua). Il fatto curioso è che questi picchi anomali si verificavano quasi contemporaneamente in tutte le riserve d’acqua della sua contea e di quelle circostanti. Poichè queste riserve d’acqua non erano collegate fra di loro, la Peterson concluse che i composti tossici dovessero arrivare necessariamente dal cielo.

Esaminando i dati raccolti dai suoi concittadini sulle operazioni di aerosol, risultò evidente che i picchi anomali dei composti tossici nell’acqua fossero direttamente legati ai passaggi degli aerei senza livrea che disseminavano nell’aria le lunghe scie lattiginose.

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Questo punto rimane in sospeso, in attesa dei dati originali da parte della Peterson.

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PROVA n. 5 – Non tutte le scie sono bianche

Esistono svariate immagini di aerei che rilasciano scie con diverse gradazioni di grigio, ed alcune persino nere. Nella loro FAQ sulle scie chimiche il CICAP e Attivissimo offrono la seguente spiegazione per questo fenomeno:

Escludendo i casi di guasto, è del tutto plausibile che una scia, pur bianca, appaia scura: dipende dal fatto che, a seconda della posizione del sole, una parte sarà in piena luce e l’altra in ombra, apparendo così più scura o più chiara a seconda della posizione dell’osservatore rispetto al sole.

Consigliamo ad Attivissimo e ai suoi colleghi del CICAP di frequentare qualche corso di fotografia, prima di tornare a pronunciarsi su questo argomento. Quello che cercano di suggerire, infatti, è che in certi casi le “scie scure” siano dovute al fenomeno del cosiddetto “controluce”, che descriviamo nel grafico qui sotto.

Se la foto è scattata in controluce – sostiene il CICAP – con il sole che sta DI FRONTE a noi (immagine A), il lato della scia rivolto verso l’obiettivo potrebbe risultare più scuro, perchè non è colpito direttamente dalla luce solare.

Se invece passassimo dalla parte opposta (immagine B) avremmo il sole alle spalle, per cui la scia, che sarebbe illuminata direttamente dal sole, ci apparirebbe bianca.

Questo regola generale vale per tutti gli oggetti solidi: qualunque oggetto illuminato DIRETTAMENTE dal sole apparirà con la sua giusta luminosità e colore, mentre gli oggetti che NON SONO ILLUMINATI DIRETTAMENTE dal sole ci appariranno più scuri e di colore meno brillante del normale.

Le scie emesse dagli aerei però non sono oggetti solidi, ma TRASPARENTI. Equando un oggetto trasparente viene illuminato in controluce diventa ancora più luminoso del normale, specialmente se si staglia contro un fondo scuro, come negli esempi che seguono:

Nella prima foto il sole è in alto sulla nostra sinistra. La pancia dell’aereo è completamente in ombra, ma la scia resta bianchissima, poichè è ATTRAVERSATA dalla luce che viene dall’alto. Nella foto centrale il sole è quasi di fronte all’obiettivo, sulla sinistra. Il lato destro della fusoliera è completamente in ombra, ma la scia, dallo stesso lato, rimane bianca. Nella terza foto il sole sta proprio di fronte a noi, inquadrato dall’obiettivo. Eppure le scie, essendo trasparenti, ci appaiono bianche. (Questo, naturalmente, avviene indipendentemente da cosa contengano).

Quindi il controluce NON E’ una spiegazione valida per i casi di scie grigie.

(Solo in casi molto particolari una scia in controluce può apparire scura, come ad esempio quando ricade parzialmente nell’ombra della scia accanto, o dell’aereo stesso. Vedi QUESTO esempio).

Rimangono poi da spiegare i casi in cui la scia appare grigia, o addirittura nera, pur essendo illuminata DIRETTAMENTE dal sole. Eccone alcuni esempi:

Nella foto 1 il sole sta alla nostra destra, e illumina direttamente sia la fiancata dell’aereo che la scia alle sue spalle. Nellafoto 2 il sole sta alla nostra destra. Nella foto 3 il sole sta quasi alle nostre spalle, sulla destra. Nella foto 4 si trova alla nostra sinistra, leggermente in alto. Nella foto 5 (fonte privata) il sole sta alle nostre spalle. Nella foto 6 il sole si trova alla nostra destra (quindi, almeno il lato esterno della prima scia a destra dovrebbe apparire bianco, come la fusoliera dell’aereo). Nella foto 7 il sole sta alla nostra sinistra, leggermente in alto. Nella foto 8 il sole sta alle nostre spalle (notare come nella foto intera compaia anche un aereo con la scia bianca). Nella foto 9 il sole sta alla nostra sinistra. Nella foto 10 sta alle nostre spalle, in alto.

In nessuno di questi casi le condizioni di luce giustificano il colore grigio/nero delle scie.

Notiamo inoltre che nelle foto 2-3-4-5-8-9 e 10 la scia è nettamente più scura delle nuvole, mentre le normali scia di condensa dovrebbero avere più o meno la stessa luminosità delle nuvole, se non apparire addirittura più chiare (vedi alcuni esempi sotto).

A chi nega l’esistenza delle scie chimiche poniamo quindi questa DOMANDA:

5 – Sai spiegare quali condizioni particolari di luce debbono verificarsi affinchè le scie, che normalmente appaiono bianche, risultino invece nere o grigie, o comunque nettamente più scure delle nuvole, nonostante ricevano la stessa quantità di luce dalla stessa angolazione?
PROVA n. 6 – Attivissimo conferma le scie chimiche

Una delle prove migliori sull’esistenza delle scie chimiche ci viene dallo stesso Attivissimo. Guardate questa pagina, in cui viene presentato uno spezzone del TG1 che rivela apertamente l’uso di composti chimici sopra il cielo di Mosca, per allontanare la minaccia di pioggia durante una importante manifestazione.

Una volta messo di fronte al fatto innegabile, Attivissimo opta velocemente per la strategia del “capovolgimento del problema a proprio favore”, che è divisa in tre fasi.

Prima fase – ammissione:

E’ vero che un servizio del TG1, il 10 maggio 2007, ha parlato di come i russi usassero aerei speciali per impedire che piovesse in occasione degli eventi politicamente importanti. Tuttavia gli eventi descritto [sic] dal servizio si riferiscono alla modificazione locale, su scala molto ridotta e per brevissimi periodi, del tempo atmosferico, non del clima.

Avete capito, stupidini che non siete altro? Quello è un intervento locale, piccolo piccolo, che dura pochissimo, e siccome modifica solo il tempo atmosferico, ma non il clima, non vale come esempio per le scie chimiche.

Ma scusate, chi l’ha mai detto che le scie chimiche devono per forza modificare il clima? Una scia chimica è una scia rilasciata dagli aerei che contiene composti chimici aggiuntivi. Punto e a capo. Perchè Attivissimo si adopera come un dannato per negare il fenomeno in assoluto, e poi di colpo, messo di fronte al fatto compiuto, si mette a sottilizzare sugli usi effettivi che si possono fare o non fare irrorando il cielo?

Seconda fase – confutazione:

E non c’entrano nulla con le presunte “scie chimiche”: tanto per cominciare, queste irrorazioni per la modificazione locale del tempo atmosferico non lasciano scie persistenti e non contengono le sostanze citate dai sostenitori della teoria delle “scie chimiche”.

Come fa Attivissimo a sapere che “queste irrorazioni non lasciano scie persistenti”? Era per caso a Mosca ad osservare le operazioni? Ma soprattutto, come fa a sapere cosa contengono e cosa non contengono queste irrorazioni? Ha riempito lui i serbatoi degli aerei? Glielo hanno garantito i russi?

Parole, parole, parole, soltanto parole…

Terza fase – capovolgimento

La modificazione del tempo atmosferico (non climatica) è un procedimento noto da oltre 60 anni e per nulla segreto, anche se forse il giornalista del TG1 non ne era a conoscenza.

Una volta che l’argine ha ceduto, Attivissimo cerca almeno di approfittarne per dipingersi come un grande esperto in materia, dando nel frattempo dell’ignorante al giornalista del TG. Per rinforzare il concetto, Attivissimo cita poi una sfilza di documenti tecnici che parlano apertamente di cloud-seeding (inseminazione delle nuvole), come se questa pratica non rientrasse nella categoria delle chemtrails:

La modificazione del tempo locale si ottiene utilizzando sali e sostanze criogeniche (per esempio, ioduro d’argento e azoto liquido). […] Il processo è estremamente costoso […], non sempre è efficace e non impiega sostanze tossiche.

Se lo dice Attivissimo, che “non impiega sostanze tossiche”, possiamo fidarci. Anzi, quasi quasi preparo un beverone di azoto e ioduro d’argento e lo faccio trangugiare subito ai miei figli.

In realtà, le attività di modificazione del tempo si dividono in due categorie ben precise, che Attivissimo evita accuratamente di distinguere: ci sono operazioni di cloud-seeding intese a FAR PIOVERE, e quelle intese ad EVITARE LA PIOGGIA.

Nel primo caso si usa normalmente lo ioduro d’argento, ma a Mosca è successo esattamente l’opposto, cioè la piogga è stata evitata. E per ottenere questo risultato normalmente si usano sali di bario, oppure gel al silicio. Come mai Attivissimo ha fatto questa grave confusione, dimenticandosi di elencare almeno la metà dei composti chimici normalmente utilizzati?

DOMANDA 6- Sapresti spiegare perchè le operazioni di modificazione del tempo, nelle quali il cielo viene può venire irrorato, a seconda dei casi, con ioduri d’argento, sali di bario, gel al silicio, o altri composti chimici – dichiarati o sconosciuti – non dovrebbe rientrare nel fenomeno che viene genericamente definito come “scie chimiche”?

Non dimentichiamo inoltre che non c’è solo la Russia, ovviamente. Nel 2001 nei soli Stati Uniti erano in corso almeno 66 diversi programmi di modificazione del tempo. (Alla faccia dei “piccoli interventi locali”). E questo non comprende tutte le attività di modificazione del tempo svolte regolarmente da compagnie private in tutta America, che non sono soggette a nessuna restrizione o controlli particolari.

Poi c’è la Cina, che sembra essere all’avanguardia nelle tecniche di modificazioni del tempo. Nel 2008 il Guardian segnalavache in Cina esiste un vero e proprio “ministero” addetto alla modificazione del tempo, che impiega oltre 53.000 dipendenti.

E se le fanno regolarmente Russia, Stati Uniti e Cina, non si comprende perchè in Europa le cose dovrebbero andare diversamente.

Come facciamo quindi a sapere che tutte queste irrorazioni di sostanze chimiche sono perfettamente innocue e non nocive? Ce lo garantisce forse Attivissimo? In realtà nessuno è in grado di dimostrarlo, mentre dalle centinaia di esami di laboratorio svolte da cittadini e ricercatori un pò dappertutto nel mondo risulta piuttosto il contrario.

PROVA n. 7 – Irrorazioni chimiche per scopi militari già attive nel 1995

Come abbiamo spiegato in un recente articolo, sembra che la necessità di sviluppare le attività di manipolazione dell’atmosfera, estendendola fino agli aerei civili (progetto Cloverleaf), sia nata da una esigenza di tipo militare, collegata al progetto di sorveglianza globale 3-D chiamato VTRPE (Variable Terrain Radio Parabolic Equation). Questo sistema necessita di condizioni atmosferiche asciutte per funzionare al meglio, mentre diventa del tutto inaffidabile in presenza di una forte umidità. (Da qui la necessità di “asciugare” l’atmosfera nelle zone desiderate, disseminando nel contempo particolati metallici che aumentino la conduttività dell’aria).

Che sia questo o meno il vero motivo, è certo curioso che le attività di manipolazione chimica dell’atmosfera risultino già attive in un documento del Pentagono che risale al 1995. Si trattava di una ricerca commissionata dal Pentagono, in cui si chiedeva di studiare i possibili sviluppi futuri delle tecnologie di manipolazione atmosferica in campo militare.

Già il titolo del documento, “The weather as a force multiplier – Owning the weather by 2025″ (Il tempo come moltiplicatore della forza – Essere padroni del tempo entro il 2025”), è tutto un programma. Giustamente però, come dicono i debunkers, si tratta solo di un documento “esplorativo”, che non dimostra necessariamente che i tutti i progetti tecnologici che contiene siano stati poi adottati dal Pentagono stesso.

Pare però che gli autori del documento abbiano commesso una piccola distrazione, nel compilare una tabella riassuntiva, intitolata “A system development road map to weather modification in 2025”, ovvero “una mappa programmatica per lo sviluppo dei sistemi per la modificazione del tempo nel 2025”. (La tabella si trova a pag. 34 dell’originale).

Come si può vedere, le nuove tecnologie da sviluppare nel futuro sono contrassegnate da un asterisco, e seguono una curva di utilizzo che va da “adesso” (1995) fino al 2025. Le altre, già disponibili, sono da utilizzare ed integrare con quelle future secondo una curva simile.Ad esempio, il Global Weather Network (GWN), di cui il sistema radar VTRPE era un sub-programma, risulta già attivo nel ’95, insieme ai sistemi di Sensori (SENSORS), di Comunicazione (COMM) e di Computer Modeling (COMP MOD), e dovrà integrarsi con i sistemi di Tempo Virtuale (VR WX) e quello di Supporto della Weather Force (WFSE) in arrivo per il 2015/2020.I sistemi di Energia Direzionale (DE) e quello degli Specchi Ionosferici Artificiali (AIM) non sono ancora disponibili, ma devono essere sviluppati immediatamente.

Sono già disponibili invece i composti chimici (CHEM) e quello dei veicoli aerei per la disseminazione (ADV), che sono destinati ad integrarsi nel 2005 con il progetto Carbon Black Dust (CBD), Secondo questa tabella, risultano anche già disponibili le cosidette “Smart Clouds” (SC) a base di nanotecnologie, la cui curva di utilizzo raggiunge i valori massimi nel 2025.

Non è questo lo spazio adatto per approfondire certi argomenti, ma vi possiamo garantire che le varie informazioni oggi disponibili rendono la lettura di questa tabella, datata 1995, semplicemente terrificante.

In ogni caso, poniamo la seguente DOMANDA:

7 – Se l’utilizzo dei composti chimici per la modificazione dell’atmosfera e quello dei veicoli aerei per la disseminazione non fossero già stati disponibili nel 1995, perchè gli autori della ricerca non li hanno contrassegnati con l’asterisco che individua proprio le potenziali tecnologie ancora da sviluppare?

Per evitare risposte stupide, basate sui soliti giochi di parole, diciamo già che una tecnologia militare, per essere considerata “disponibile”, deve essere già stata largamente utilizzata e collaudata. Altrimenti comparirebbe fra quelle da sviluppare. I progetti di questo tipo si fanno proprio per capire dove è possibile arrivare, partendo da quello che già esiste, e non certo partendo da zero. Il senso di questa tabella è molto chiaro, e solo chi finge di non capirlo può sostenere il contrario.
PROVA n. 8 – Forme geometriche nei radar satellitari

Finchè nelle immagini satellitare compaiono scie che hanno bene o male una forma naturale, si può sempre discutere se siano state generate artificialmente oppure no. Ma quando ci si trova di fronte a enormi “buchi” rettangolari, con lati di svariate centinaia di chilometri ciascuno, diventa davvero difficile sostenere che siano dei fenomeni dovuti al semplice passaggio degli aerei commerciali.

Le immagini sono tratte da questo montaggio video, e provengono dal sito di intellicast, uno dei più attrezzati ed interessanti in assoluto per gli appassionati di meteorologia.

In questo caso la DOMANDA è:

8 – Sai spiegare come può avvenire la formazione di vaste aree di forma geometrica, come quelle presentate qui sopra, grazie alla semplice disseminazione di contrails fatte dagli aerei lungo le normali rotte commerciali?
Questa domanda per ora rimane in sospeso, in attesa di definire meglio i termini del problema. La lasciamo comunque online, perchè le immagini sono in ogni caso molto particolari.
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L’articolo sarà completato nei prossimi giorni con le domande mancanti. Probabilmente, le domande complessive passeranno da 10 a 12.
 
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Pubblicato da su gennaio 15, 2012 in Scie chimiche

 

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Quattro anni dopo: l’avviso di Kennebunkport dell’agosto del 2007 confermato nella nuova autobiografia di Dick Cheney

Quattro anni dopo: l’avviso di Kennebunkport dell’agosto del 2007 confermato nella nuova autobiografia di Dick Cheney

di Webster G. Tarpley, Ph.D.

Questa settimana (31 agosto 2011) ricorre il quarto anniversario dell’avviso di Kennebunkport (il testo e la relativa documentazione sono consultabili su  HYPERLINK “http://tarpley.net” http://tarpley.net/). L’avviso di Kennebunkport, che risale alla fine dell’agosto del 2007, voleva evitare un’azione terroristica sotto falsa bandiera organizzata dal rogue network [letteralmente il “sistema di furfanti”, ndt] britannico e statunitense che permettesse di attaccare l’Iran e/o la Siria. Oggi, a quattro anni di distanza, la situazione nel mondo è al punto di partenza e ancora una volta dobbiamo stare in guardia dalla minaccia di una nuova guerra di dimensioni ancora maggiori nella stessa regione. Guerra che potrebbe concretizzarsi in un attacco alla Siria da parte della Turchia, preventivamente organizzato con il comando NATO e realizzato sotto la copertura degli avvenimenti interni alla Siria, dove sembra che l’esercito abbia ormai represso quasi del tutto un’insurrezione dei commando armati dei Fratelli Musulmani.
Per poter attaccare la Siria senza fare la figura dell’aggressore, la Turchia avrà bisogno di un pretesto migliore. Date le consuetudini della NATO, probabilmente si cercherà di fornire tale pretesto attraverso un attacco terroristico sotto falsa bandiera in Turchia da attribuire alla Siria o a Hezbollah, oppure inscenando un incidente come quello del Golfo del Tonchino che permetta di accusare la Siria di essere stata la prima ad attaccare la Turchia. O ancora, si potrebbe mettere in atto un grande massacro dei sostenitori dei Fratelli Musulmani o semplicemente simularlo in uno studio in stile hollywoodiano a Doha, Qatar, per giustificare un’invasione su basi umanitarie.

L’attacco alla Siria chiesto da Cheney nel giugno del 2007

RockCreekFreePressNo4 L’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney ha pubblicato la sua autobiografia, In My Time. Nel libro, stando ai comunicati stampa diffusi finora, Cheney racconta di quando, nel giugno del 2007, cercò di convincere Bush a bombardare la Siria sulla base del presunto programma nucleare siriano. A quanto pare, Cheney dice di aver sollevato la questione durante una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC). Bush chiese se qualcuno appoggiasse l’idea e nessuno si fece avanti. In questo modo, dunque, fallì il tentativo di Cheney di lanciare un attacco alla Siria attraverso i canali legali e istituzionali.
Ecco in parte il resoconto di Cheney:
“‘Ancora una volta sostenni l’idea di un’azione militare degli USA contro il reattore’, scrive Cheney a proposito di una riunione sull’argomento avvenuta alla Casa Bianca nel giugno del 2007. ‘Ma ero una voce isolata. Quando ebbi finito, il Presidente chiese: ‘Qualcuno è d’accordo con il vicepresidente?’ In tutta la stanza non si alzò una sola mano. Di fatto, tre mesi dopo il sito fu distrutto dagli aerei militari israeliani.’” (London Independent, 26 agosto 2011,  HYPERLINK “http://www.independent.co.uk/news/world/americas/cheney-tried-to-persuade-president-bush-to-bomb-syria-2344112.html” http://www.independent.co.uk/news/world/americas/cheney-tried-to-persuade-president-bush-to-bomb-syria-2344112.html)
Nel libro, Cheney non racconta cosa è successo poi. Dato il secco rifiuto del governo legittimo rappresentato dal NSC di Bush, il rogue network statunitense (noto anche come governo invisibile, governo segreto, governo parallelo o stato profondo – di cui Cheney è un portavoce, un agente segreto o un’appendice) cercò, come suo solito, di realizzare comunque l’attacco desiderato, per vie illegali.
Il 21 luglio 2007 pubblicai su Internet l’articolo “Cheney Determined to Strike in US” [Cheney pronto a colpire gli USA, alludendo al rapporto dei servizi segreti del 2001 dal titolo “Bin Laden Determined to Strike in US”, ndt], che diventò l’articolo di punta sulla prima pagina del  HYPERLINK “http://rockcreekfreepress.com/RockCreekFreePressNo4.pdf” Rock Creek Free Press e fu quindi ampiamente distribuito in tutta l’area di Washington DC, soprattutto vicino alle stazioni della metropolitana.
Nell’agosto del 2007 “Cheney Determined to Strike in US” offriva una descrizione molto accurata dei fatti al centro della realtà politica, come ora Cheney conferma nella sua autobiografia.

Il B-52 dirottato dal governo parallelo 

Alcuni membri del rogue network interni all’aviazione USA dirottarono un B-52 dell’aviazione, un bombardiere strategico intercontinentale dotato di sei missili da crociera nucleari armati, spostandolo dalla Minot AFB, North Dakota, alla Barksdale AFB, Louisiana, principale punto di partenza dei voli USA per il Medio Oriente. Il volo fu effettuato totalmente al di fuori delle procedure di comando e di controllo dell’aviazione USA: si trattò di un’operazione del governo invisibile. È chiaro che il B-52 avrebbe dovuto prendere parte all’attacco alla Siria da parte di Israele, che in effetti ebbe luogo alla fine della prima settimana del settembre 2007.
Per fortuna il B-52 dirottato e diretto in Medio Oriente fu bloccato in pista a Barksdale, in parte dalle fazioni rivali dell’intelligence, il cui dissidio costrinse Washington a un braccio di ferro. Alla fine, la fazione neocon fu sconfitta e quella di Brzezinski ebbe la meglio.
Sullo sfondo, è del tutto possibile che l’avviso di Kennebunkport, per la cui firma si era adoperato, tra gli altri, Bruce Marshall e che stava per essere pubblicato su più di 110.000 siti web, abbia in qualche modo contribuito a bloccare il B-52.
Sulla scia di questi fatti, diverse persone e siti web legati al Movimento per la verità sull’11 settembre superarono sé stessi condannando non la fazione guidata da Cheney, bensì l’avviso di Kennebunkport e i suoi sostenitori. Al contrario, avrebbero dovuto battersi per un’indagine immediata sul B-52, che avrebbe forse portato allo scoperto alcuni dei tentacoli del rogue network, rimasto invece perlopiù indenne. Con le loro azioni, queste persone e questi siti contribuirono a dare il via al sostanziale collasso del Movimento per la verità sull’11 settembre, sgretolatosi quasi del tutto tra il 2008 e il 2009.
Il seguente riassunto, scritto nell’ottobre del 2007, di alcuni fatti relativi all’avviso di Kennebunkport vuole ricapitolare le lezioni che si possono trarre da quanto accaduto.

L’avviso di Kennebunkport  e il B-52 – Conferma con vendetta 

Webster G. Tarpley
8 ottobre 2007
I fatti dell’agosto e del settembre del 2007 ci permettono ora di valutare l’accuratezza dell’avviso di Kennebunkport del 26 agosto, oggetto di grande attenzione e molte controversie sin dal momento della pubblicazione. Ormai la storia ci ha dato il suo verdetto preliminare, riconoscendo l’avviso di Kennebunkport come una delle previsioni rese pubbliche dall’intelligence meglio riuscite degli ultimi decenni. Potrebbe addirittura aver direttamente contribuito a ostacolare il piano di Cheney di un attacco nucleare a sorpresa all’Iran.
L’avviso di Kennebunkport fu scritto nel pomeriggio del 24 agosto 2007. I sostenitori lo firmarono a Kennebunkport, Maine, più tardi lo stesso giorno e soprattutto il 25 agosto. Il documento fu spedito a una lista di destinatari negli USA e all’estero poco prima della mezzanotte di domenica 26 agosto, secondo il fuso orario della costa orientale. Jeff Rense fu il primo a pubblicarlo sul proprio sito (rense.com), dove il documento comparve prima della mezzanotte del 26 agosto, secondo il fuso orario della costa pacifica. L’avviso fu così a disposizione del pubblico per tutto lunedì 27 agosto.
Martedì 28 agosto, in un discorso delirante di fronte all’American Legion in Kansas, Bush segnalò un’escalation delle tensioni con l’Iran. In quell’occasione mise in guardia dal fatto che il Medio Oriente era ormai minacciato da un “olocausto nucleare” dovuto al programma nucleare iraniano. Accusò l’Iran di essere un sostenitore del terrorismo e di intervenire contro le forze statunitensi in Iraq, e dichiarò inoltre che l’Iran sosteneva Hezbollah e Hamas. Gli osservatori diplomatici riconobbero che quella tirata costituì un’importante intensificazione delle minacce degli USA all’Iran.
Mercoledì 29 agosto le minacce di Bush arrivarono a un passo dal realizzarsi quando il personale dell’aviazione USA caricò sei missili da crociera sulle ali di un bombardiere strategico intercontinentale B-52 nella Minot AFB in North Dakota. Ogni missile era dotato di una testata nucleare con una potenza esplosiva compresa tra i 5 e i 150 kiloton. A quanto pare, a causa di problemi meccanici il processo di carico durò circa 8 ore.
Giovedì 30 agosto il B-52 con il suo carico mortale di sei missili da crociera nucleari armati attraversò in volo gli Stati Uniti per 3 ore e mezzo fino a Barksdale, Louisiana, il secondo quartier generale degli USA per i conflitti nucleari, dopo la Offutt AFB in Nebraska. Barksdale è inoltre la base di lancio delle incursioni di bombardamento di B-52 in Medio Oriente, ruolo ricoperto anche nella primavera del 2003 nella campagna “shock and awe” [shock e terrore, ndt] in Iraq. Quando il B-52 arrivò a Barksdale un cataclisma era ormai dietro l’angolo. Proprio il tipo di situazione di cui ci si preoccupava nell’avviso di Kennebunkport, in circolazione su Internet ormai da tre giorni e mezzo.
A quanto pare, a questo punto il B-52 e il suo carico furono fermati. Tra il tardo pomeriggio del 30 agosto e il pubblico annuncio dell’incidente del B-52 nel pomeriggio del 5 settembre, si entra in una zona d’ombra che richiede indagini più approfondite. Secondo Wayne Madsen, ci fu una ribellione [“revolt and push-back” nell’originale, ndt] da parte del personale dell’aviazione USA che si tirò indietro per evitare una guerra di dimensioni ancora maggiori in Medio Oriente, sostenuto da alcuni membri della comunità di intelligence che impedirono al B-52 di procedere verso l’appuntamento con un possibile scontro finale in Iran o in un’altra parte della regione. Si trattò di militari fedeli alla patria pronti a rifiutarsi di obbedire proprio agli ordini illegali di cui aveva parlato l’avviso di Kennebunkport meno di quattro giorni prima. Come scrive Madsen: “elementi dell’aviazione USA, sostenuti dal personale delle agenzie di intelligence USA, rivelarono con successo la destinazione finale delle armi nucleari e la missione fallì a causa di un’opposizione interna all’aviazione e alla comunità di intelligence statunitensi.” (“Air Force Refused to Fly Weapons to Middle East Theater”, Il rifiuto dell’aviazione di trasportare armi in Medio Oriente, 24 settembre 2007, Wayne Madsen Report)
L’avviso di Kennebunkport rappresenta quindi un tentativo davvero ben riuscito di mettere in guardia l’opinione pubblica contro un pericolo grave e imminente. Meno di quattro giorni dopo la pubblicazione dell’avviso su Internet, la pericolosa situazione ipotizzata nel documento divenne realtà. Chiunque sia seriamente interessato a impedire una guerra di ben più grandi dimensioni e con conseguenze irreversibili deve riconoscere l’accuratezza, il tempismo, la necessità e l’indispensabilità dell’avviso di Kennebunkport.
Il 21 luglio rense.com pubblicò un’analisi dal titolo “Cheney Determined to Strike in US with WMD This Summer” [Cheney pronto a colpire gli USA questa estate con armi di distruzione di massa, ndt], che diventò l’articolo di punta sulla prima pagina del Rock Creek Free Press e fu distribuito nella metropolitana di Washington DC ad agosto e settembre. La rivelazione della storia del B-52 giustificò del tutto questo avvertimento.
Ma ci può essere un’ulteriore dimensione. Non si può escludere che i militari e i membri dell’intelligence fedeli alla patria che bloccarono il piano della cricca di Cheney di usare i missili da crociera nucleari in Medio Oriente, o persino contro uno o più bersagli negli USA, siano in qualche modo stati spinti ad agire dopo aver visto l’avviso di Kennebunkport. Il periodo tra il 30 agosto e il 5 settembre, quando si sarebbero verificati i fatti decisivi legati al B-52, corrisponde proprio a quello di massima diffusione del documento su Internet. Il 1° settembre una ricerca su Google mostrò che l’avviso era pubblicato per intero o menzionato in 72.000 siti nel mondo, il 2 settembre il numero era salito a 102.000 siti e il 3 settembre si raggiunse la massima diffusione con 110.000 siti. Questi dati non comprendono le e-mail e le altre forme di attenzione dovute al grande interesse e all’accesa controversia generati dall’avviso. A ogni modo, coloro che hanno impedito alle armi nucleari di arrivare in Medio Oriente sono eroi sconosciuti che meritano un riconoscimento.
Il 5 settembre l’aviazione USA fece una dichiarazione pubblica sul B-52, subito ripresa nei dispacci di Agence France Presse, The Army Times, The Air Force Times, da altre agenzie di stampa e siti web. La stampa mostrò un interesse non indifferente ma, a quanto pare, non un membro del Congresso né un candidato presidenziale di uno dei principali partiti alzò un dito per avviare le indagini approfondite e ovviamente necessarie sull’intero incidente, compresi i sei decessi che potrebbero essere derivati dall’incidente stesso. I decessi includono:
  • l’aviere scelto Todd Blue, 20 anni, morto a Wytheville, Virginia, il 12 settembre;
  • due persone della Barksdale AFB (identità sconosciuta), morte a Caddo Parish, Louisiana, il 15 settembre;
  • l’aviere Adam Barrs, 20 anni, morto in un incidente d’auto a Minot il 5 luglio;
  • il primo luogotenente dell’aviazione USA Weston Kissel, 28 anni, pilota di B-52 assegnato al 23rd Bomb Wing della Minot AFB, morto in un incidente motociclistico in Tennessee (data sconosciuta);
  • il capitano dell’aviazione USA John Frueh (età sconosciuta), trovato morto nella contea di Skamania, Washington, il 2 settembre.
Il 6 settembre l’agenzia di stampa siriana SANA annunciò che l’aviazione israeliana aveva organizzato un’incursione nello spazio aereo della Siria settentrionale e scaricato serbatoi e bombe lungo il confine tra Siria e Turchia. Il ministro degli esteri turco confermò la caduta degli oggetti sul territorio nazionale. All’inizio Israele negò, ma poi ammise l’avvenuta incursione illegale, ipso facto un’offensiva. Secondo gli esperti del Medio Oriente, Israele stava sondando le difese aeree della Siria e dell’Iran ma era stato respinto dai nuovi sistemi di difesa aerea russi più avanzati ora schierati dai due stati. Ciò significava che ormai la tecnica per i blitz aerei usata da Israele, Gran Bretagna e USA era in crisi, proprio come quella israeliana per i blitz di terra, sconfitta da Hezbollah in Libano nell’estate del 2006. Per coprire l’umiliante sconfitta Israele inventò poi la storia per cui si era trattato di un attacco aereo riuscito contro un impianto nucleare operativo in Siria grazie all’aiuto della Corea del Nord. Questa stupidaggine fu poi ripresa dal neocon John Bolton e dalla democratica guerrafondaia Hillary Clinton durante un dibattito. Ma il bombardamento di un impianto nucleare avrebbe prodotto una nube di detriti radioattivi che sarebbe stata registrata in Iran, Pakistan, India, Russia, Cina, Giappone o in un altro stato della regione. Dato che nessun rapporto simile è mai venuto alla luce, bisogna desumere che la storia di Israele sia stata architettata nel tentativo di coprire il fatto che i jet israeliani fossero stati respinti.
Secondo Madsen, con ogni probabilità i missili da crociera del B-52 erano strettamente legati all’attacco a sorpresa di Israele: “il Wayne Madsen Report (WMR) è venuto a sapere che gli USA avevano previsto un attacco all’Iran con armi nucleari e convenzionali in concomitanza con l’attacco aereo israeliano del 6 settembre contro un presunto impianto nucleare siriano nella zona di Dayr-az-Zwar, nei pressi del villaggio di Tal Abyad nella Siria del Nord, vicino al confine turco. L’attacco israeliano, nome in codice OPERAZIONE ORCHARD [frutteto, ndt], avrebbe dovuto fornire agli USA un motivo per attaccare l’Iran.”
Venerdì 7 settembre Joseph Cirincione è intervistato nel programma mattutino di Bill Press su Air America. Cirincione sostiene che il trasporto di missili nucleari con mezzi aerei è un fatto estremamente raro. Si scopre che l’aviazione USA ha ufficialmente abbandonato il trasporto aereo di armi nucleari intorno al 1968, in parte come conseguenza di incidenti e bombe andate perse negli USA, in Spagna e altri luoghi.
Poco dopo l’aviazione USA annunciò una giornata di ritiro, fatto davvero insolito, per tutto il suo personale per venerdì 14 settembre, perché ogni unità a ogni livello potesse rivedere le procedure operative e le misure di sicurezza relative alla gestione di armi nucleari.
Domenica 23 settembre il Washington Post pubblicò in bella vista in prima pagina un articolo con una versione edulcorata della storia del B-52. Di norma, persino in questa forma mitigata un articolo del genere sarebbe bastato per avviare un’indagine del Congresso, con udienze e testimoni interrogati sotto giuramento. Ma la leadership democratica non fece nulla per un’indagine di questo tipo e così di fatto la cricca di Cheney non pagò alcun prezzo per aver cercato di scatenare una guerra nucleare. La complicità attiva del partito democratico in una guerra e un genocidio, simboleggiata dalla candidatura della neocon e guerrafondaia Hillary Clinton (la nuova Thatcher), incoraggia molto la cricca di Cheney a cercare di nuovo di scatenare la Terza Guerra mondiale.
Lunedì 24 settembre il WMR pubblicò un articolo arrivando alla conclusione che, “il 30 agosto, il B-52 con a bordo sei missili da crociera avanzati stealth AGM-129, tutti armati con testate nucleari W80-1, doveva raggiungere il Medio Oriente passando per la Barksdale AFB in Louisiana. […] Ora, è evidente che il guasto nel sistema di comando e di controllo, descritto al Segretario della Difesa e alla Casa Bianca come un incidente di tipo BENT SPEAR [lancia piegata, ndt], non fu il risultato di una serie a catena di ‘guasti’ del sistema, ma di una ribellione da parte di alcuni scaglioni interni all’aviazione e alle agenzie di intelligence che si tirarono indietro davanti a un attacco nucleare ai danni dell’Iran pianificato dagli USA.”
A ogni modo, l’articolo non menziona la possibilità che uno o più missili da crociera fossero destinati a colpire una città degli USA, come previsto dalla Dottrina di Cheney. Un missile da crociera stealth sarebbe stato quasi impossibile da individuare di notte; tutti avrebbero visto solo una palla di fuoco nucleare. Prevedibilmente, la città bersaglio avrebbe brulicato di imbecilli e creduloni con grandi valige o bauli con la firma di “Al Qaeda” o “Osama Bin Laden”. A quel punto, Cheney avrebbe avuto il pretesto della “valigia bomba” che desidera così ardentemente. Madsen non parla nemmeno delle sei persone legate alle basi di Minot e Barksdale morte in circostanze misteriose tra il luglio e il settembre del 2007. Tuttavia Madsen sottolinea un fatto essenziale: stando a fonti affidabili, durante l’incidente uno dei sei missili da crociera andò perso e, secondo alcune indicazioni, non fu più ritrovato. “Una fonte ben informata ha riferito al WMR che uno dei sei missili da crociera nucleari armati risultava, e potrebbe ancora essere, introvabile. In questo caso l’incidente nucleare sarebbe da classificarsi ben oltre il livello di BENT SPEAR, fino allo stato di allerta dell’Autorità di Comando Nazionale noto come EMPTY QUIVER [faretra vuota, ndt], con la menzione speciale PINNACLE [apice, ndt].”
Il 2 ottobre David Swanson, all’inizio critico nei confronti dell’avviso di Kennebunkport, rilasciò una dichiarazione sull’Iran dal titolo “Leading Americans” [Personalità americane, ndt], firmata da alcuni esponenti di spicco del mondo della politica, dello spettacolo e dell’arte. Questa dichiarazione tardiva è chiaramente ben accolta, ma allo stesso tempo è comunque necessario farne notare la debolezza e i limiti, soprattutto rispetto all’avviso di Kennebunkport. Subito dopo la pubblicazione di quest’ultimo, Swanson mise in discussione la teoria per cui c’erano “prove schiaccianti” di una provocazione sotto falsa bandiera da parte di Cheney, da usare come pretesto per scatenare una guerra contro l’Iran. La nuova dichiarazione, arrivata a cinque settimane dall’avviso di Kennebunkport e dunque troppo tardi per influenzare la vicenda del B-52, riconosce ora il pericolo di un attacco ed esorta il personale militare USA a rifiutarsi di obbedire a ordini illegali. Fin qui tutto bene. Però non c’è alcun riferimento all’incidente del B-52, in cui a quanto pare il personale dell’aviazione fece proprio come indicato nella dichiarazione. Non si fa riferimento alla questione di un attacco sotto falsa bandiera. Si mette in guardia da un attacco “preventivo” all’Iran, ma Bush e Cheney, proprio come la loro complice Clinton, ormai hanno iniziato a presentare l’attacco all’Iran come una rappresaglia, volta a porre fine all’interferenza iraniana in Iraq. Come Zbigniew Brzezinski fece notare il 1° febbraio in un discorso davanti alla Commissione per gli Affari Esteri del Senato, qualsiasi attacco degli USA all’Iran sulla base di un attacco terroristico sotto falsa bandiera all’interno degli USA sarebbe descritto come puramente difensivo. La dichiarazione di Swanson contiene dunque una clausola di recesso abbastanza grande perché Cheney ci faccia passare attraverso una flotta di portaerei. Invece di un appello così incerto dobbiamo affermare in modo inequivocabile: NESSUN ATTACCO CONTRO IRAN, SIRIA, PAKISTAN, SUDAN, LIBANO, VENEZUELA, COREA DEL NORD o qualsiasi altro paese, USA compresi, per nessun motivo. Gli avvenimenti sotto falsa bandiera devono essere attribuiti a Cheney e non ai governi o alle forze accusate e indicate come capro espiatorio dalla propaganda statunitense e britannica.
Per quanto riguarda “Cosmos,” “Colonel Jenny Sparks,” “Arabesque” e Michael Wolsey, per non parlare del loro compagno d’armi Chip Berlet, pupillo della Ford Foundation, con i loro commenti scurrili, non hanno alcun interesse nel cercare di scongiurare il nuovo 11 settembre e la minaccia di una guerra con l’Iran. Il loro unico obiettivo è molestare e boicottare coloro che agiscono in questo senso e che, nonostante gli sforzi dei sabotatori, lo fanno in modo davvero efficace.
Esortiamo ogni persona di buona volontà a sostenere, appoggiare e diffondere l’avviso di Kennebunkport, che oggi ha la stessa rilevanza di quando fu pubblicato. Più di ogni altra cosa è necessario battersi in ogni modo per ottenere un’indagine pubblica sull’episodio del B-52, che permette di parlare sia dell’impeachment dell’attuale esecutivo sia del blocco della guerra in programma contro l’Iran. Inoltre, ogni giornalista investigativo è invitato a contribuire ai risultati delle ricerche a cui si rimanda in questo articolo.

Traduzione di Cecilia Pirovano
 
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Pubblicato da su gennaio 15, 2012 in Governo sovranazionale

 

2012: Nel segno delle profezie

2012: NEL SEGNO DELLE PROFEZIE

di Massimo Mazzucco
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Fino a ieri il 2012 sembrava una data lontana nel futuro, che prima o poi sarebbe arrivata “ma che per ora non ce ne dobbiamo preoccupare”.

Ora invece ci siamo dentro, e persino il più scettico dei materialisti non può ignorare la fatidica domanda che aleggia silenziosa un pò dappertutto: “Che cosa succederà nei prossimi dodici mesi?” “Ci saranno cataclismi, terremoti e devastazioni terrificanti?” “Esisterà l’umanità all’alba del prossimo anno, o verremo tutti spazzati via come moscerini insignificanti?” “E se qualcuno riuscisse a salvarsi, come farà a sopravvivere?” “Quanti di noi resteranno, e come verranno scelti i dannati e gli eletti?”

A questo punto la nostra mente viene travolta da una marea inarrestabile di immagini, che vanno dal “diluvio universale” della Bibbia ai lampi di Zeus del Monte Olimpo, dalla battaglia dei Vimana nei cieli di Vishnu alle trombe del giudizio nell’Apocalisse di Giovanni. A queste si sovrappongono le immagini dei mille film e telefilm “catastrofici”, sempre più difficili da distinguere dai veri tsunami e terremoti che vediamo in TV, e il tutto finisce in un unico calderone iconografico che mescola sempre più volentieri la storia con la fantascienza, il mito con la realtà, la profezia con l’invenzione, il sacro con il profano.

Nell’affrontare quindi la “questione 2012” bisogna prima di tutto tornare a separare gli elementi originali su cui è basata dai mille strati aggiuntivi che le si sono sovrapposti.

Al centro della questione sta la cosiddetta ”Profezia Maya”, che secondo la “versione comunemente accettata” preannuncia la fine del mondo per il 21 dicembre 2012.

In realtà questa “profezia” non nasce già nella sua forma attuale, ma risulta dall’interpretazione congiunta delle pochissime fonti …

… sopravvissute alla furia dei Conquistadores di Hernando Cortès e dei preti cattolici al suo seguito. I primi si occuparono di decimare la popolazione locale con un genocidio sistematico, i secondi cercavano di distruggere ogni traccia della loro tradizione culturale, per rimpiazzarla con i valori e con i simboli del cristianesimo. (Proprio in Messico si trova una chiesa cattolica che è costruita fisicamente sulle rovine di un tempio Maya. E non è l’unico caso al mondo).

Fra i pochi documenti che si salvarono i più importanti sono il “Codice di Dresda”, il libro sacro dei “Popol Vuh” e i libri di “Chilam-Balam” (che significa “Il Profeta Balam”).

Il Codice di Dresda ci ha permesso di conoscere il famoso calendario Maya, che termina con la data del 21 dicembre 2012. Il libro dei Popol Vuh contiene le varie leggende mitologiche che compongono la cosmogenesi e l’antropogenesi della tradizione Maya. Calendario e tradizione sono legati in modo indissolubile, in quanto il primo rappresenta la “struttura meccanica”, ovvero l’ossatura temporale, con la quale i concetti espressi dal libro sacro si concretizzano nel mondo materiale. Per i Maya la storia si ripete secondo cicli periodici, identici a sè stessi, che durano circa 5.000 anni. All’interno di ciascun ciclo l’umanità compie un percorso evolutivo completo. Secondo questo calendario noi ci troviamo nella fase conclusiva del ciclo attuale, che è iniziata intorno al 3000 avanti Cristo, è che si concluderà il 21 dicembre 2012.

Ma è solo introducendo il libro di Chilam-Balam, che contiene una lunga serie di profezie, che si arriva al leggere quella data nei termini catastrofici della “fine del mondo.”

Le profezie di Chilam-Balam, che ricordano da vicino le quartine di Nostradamus, sono associate a precisi cicli temporali di 20 anni ciascuno, chiamati katun. Per l’ultimokatun di questo ciclo (cioè gli anni dal 1993 al 2012) Chilam-Balam prevede un periodo oscuro caratterizzato da scontri violenti fra forze antagonistiche di enorme magnitudine.

Ma è la nostra visione lineare del tempo, che scorre in una sola direzione – dal “passato” al “futuro” – che ci porta ad interpretare questo genere di conflitto come qualcosa di definitivo e irreversibile.

La nostra visione escatologica dell’esistenza – che fu introdotta proprio dal cristianesimo – ci insegna che veniamo al mondo una volta sola, e che dopo la morte ci attende il giudizio divino, la cui sentenza sarà inappellabile. Non ci sono i tempi supplementari, e non c’è nessun girone di ritorno. E persino il più ”ateo” dei materialisti risente in ogni caso di questa concezione temporale, nel momento in cui dichiara che non ci sia nulla “prima” della nascita e che nel nulla più assoluto si debba tornare “dopo” la morte.

Se invece si considera la visione circolare (ciclica) del tempo – che i Maya condividono sia con gli altri nativi americani che con tutte le tradizioni spirituali dell’Oriente – qualunque scadenza di tipo cosmico diventa solo un punto particolare all’interno di un sistema di punti equivalenti ed equidistanti dal centro, dove non è più possibile stabilire una gerarchia di tipo temporale.

Il periodo che stiamo attraversando ora, secondo i Maya, rappresenta semplicemente la fase di transizione fra la fine di un ciclo e l’inizio di quello nuovo. Ma questa fase non avviene necessariamente “prima” del nuovo inizio, in ordine temporale. Appare a noi come un “prima” perchè la viviamo dal suo interno, ma guardando dal centro della ruota ogni punto della circonferenza esiste nello stesso momento. E’ l’umanità che si sposta da un punto all’altro della ruota, ricavandone la sensazione di “muoversi nel tempo”.

E’ un pò come la storia dei film d’avventura. Se guardi la vicenda dal punto di vista del protagonista, gli eventi si susseguono secondo un preciso ordine temporale, nel quale lui conosce solo quello che è successo fino a quel momento, ma non può conoscere nulla di quello che ancora deve accadere.

Se però togliamo la pellicola dal proiettore e la teniamo fra le mani, noi possiamo vedere contemporaneamente sia l’inizio che la fine di quel film, ed anche qualunque altro punto della storia. In altre parole, quella storia “esiste già” tutta, dall’inizio alla fine, nei fotogrammi che sono impressi sulla pellicola. Ma solo mettendo in moto il proiettore la storia – e quindi il “tempo” – iniziano a scorrere per chi li vive dal suo interno (Et lux fuit). E quando il film è finito il proiezionista ricarica la pellicola daccapo, e la storia ricomincia.

C’è un secondo aspetto, altrettanto importante, del pensiero occidentale che ci rende difficile valutare correttamente le profezie, ed è quello che noi chiamiamo il “meccanismo causa-effetto”.

Poiché noi siamo abituati a concepire il tempo in forma lineare, ci viene automatico considerare qualunque evento come diretta conseguenza di un evento che l’ha preceduto. La storia non può andare dal punto A al punto B della linea temporale se non avviene qualche cosa che la faccia muovere da A a B.

Ecco perchè per noi una qualunque profezia viene considerata alla stregua di una banale visita dall’indovino: “Domani vincerai al totocalcio”, oppure “stai per incontrare la donna dei tuoi sogni”, sono frasi a cui si attribuisce la stessa credibilità di “Verrà un dittatore con l’aquila sul petto” pronunciata da Nostradamus. In base alla concezione causalistica della realtà, qualunque descrizione di un evento futuro non potrà mai avere un reale fondamento scientifico, per cui l’avverarsi di tale evento viene lasciato esclusivamente al caso. Se imbrocchi ci fai un figurone, se sbagli è meglio che tu ti vada a nascondere, ma tutto finisce lì in ogni caso.

Per gli orientali invece il meccanismo causa-effetto ha una importanza molto relativa. Come scrive Jung nella sua introduzione al libro dell’ “I-King” – che è forse il più importante libro di “profezie“ nella storia dell’umanità – “La nostra scienza è basata sulla causalità, e quest’ultima è considerata una verità assiomatica. I cinesi invece sembrano poco interessati alla spiegazione causale degli eventi, poichè questi debbono essere nettamente separati fra di loro prima di poter essere trattati in modo appropriato. Per i cinesi invece l’istante che sta sotto osservazione sembra essere più che altro la configurazione che gli eventi accidentali vengono a formare in quel momento. Mentre la mentalità occidentale accuratamente separa, pesa, sceglie, classifica, isola ecc., l’immagine cinese del momento contiene ogni particolare fino al più minuto assurdo dettaglio, poiché l’istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti. […] Questa assunzione implica un certo strano principio che io ho nominatosincronicità, concetto che si pone da un punto di vista diametralmente opposto alla causalità. Il punto di vista causale ci narra la storia precisa in cui giunse all’esistenza D, che prese origine da C, il quale aveva avuto un padre che si chiamava B, il quale veniva da A, ecc.. La visione sincronistica invece tenta di produrre un quadro altrettanto significativo della coincidenza: come accade che A,B,C e D compaiono tutti nel medesimo momento e al medesimo posto?” (In realtà, la stessa scienza occidentale stava elaborando in quel periodo i principi della fisica quantistica, che avrebbe introdotto una visione della realtà di tipo probabilistico, molto simile a quella descritta da Jung con il termine di sincronicità).

Tutto questo non significa che la cultura orientale neghi in assoluto il rapporto causa-effetto. Chiunque veda il bicchiere che cade dopo che qualcuno l’ha urtato può solo concludere che la prima azione sia stata causata dalla seconda. Ma per gli orientali il rapporto causa-effetto si limita alle concatenazioni più immediate, e resta localizzato agli eventi specifici, mentre nella visione complessiva della realtà subentra la variabile probabilistica, e il meccanismo causa-effetto cessa di avere la sua importanza.

E’ quindi evidente che una qualunque profezia venga ad assumere un valenza molto diversa, se considerata nell’ottica orientale di un tempo ciclico e non lineare.

Se non esistono necessariamente un “prima” e un “dopo”, la profezia non può identificare un evento che avvenga una volta sola in un punto preciso della linea temporale, ma diventa una specie di chiave universale per riconoscere eventi che si ripetono ciclicamente nella storia, e che prendono ogni volta aspetti diversi, pur mantenendosi identici nella sostanza.

Sono gli archetipi, quei meccanismi universali come “La difficoltà”, “Il ritorno, “La sconfitta”, “Il procedere” che l’ I-KING presenta infatti come chiavi di lettura da applicare ad ogni singolo evento materiale.

Tutti i film d’avventura sono diversi uno dall’altro, ma in ogni film d’avventura ci saranno sempre un eroe protagonista (l’identificazione), un episodio che lo trascina nella vicenda (la partenza), un antagonista che lo ostacola lungo il percorso (il confronto), e un duello finale che lo libera dall’antagonista (il prevalere) e gli permette di risolvere il problema iniziale (la pacificazione).

Quindi, quando noi al cinema diciamo “vedrai che adesso quello muore” non stiamo “tirando a indovinare”, ma stiamo applicando gli archetipi narrativi che già conosciamo al film specifico che stiamo guardando.

Se ora proviamo ad applicare questi concetti alla Profezia Maya tutto di colpo ci appare più sensato. Chilam-Balam non ci sta dicendo che ci sarà un terremoto di magnitudine sette virgola cinque il 4 agosto alle 15.30, ma ci sta presentando una dinamica universale, nella quale le forze in gioco hanno ormai raggiunto la massima potenza, per cui solo uno scontro a tutto campo fra di loro potrà creare le condizioni per il cambiamento radicale che caratterizza l’alba di un nuovo ciclo.

Dopodichè sta a ciascuno di noi leggere la profezia come preferisce, sia nell’identificare le forze che stanno per scontrarsi, sia nel decidere i colori che vuole dare al nuovo giorno.

Non dimentichiamo però che nella sincronicità orientale – esattamente come nella fisica quantistica – l’osservatore è un elemento di primaria importanza per il risultato conclusivo. Nessuno può illudersi di mettersi semplicemente alla finestra e stare a guardare quello che succede.

Anzi, sono proprio quelli che sceglieranno di non fare nulla che rischiano di influire più di tutti sulle dinamiche e sull’esito finale di questo cambiamento. Ogni volta che accettiamo una bugia invece di ribellarci, ogni volta che scegliamo il compromesso invece di rifiutare, ogni volta che tacciamo quando dovremmo parlare, noi aggiungiamo una molecola sul quel lato della bilancia che si oppone al cambiamento, rischiando di rendere molto più violento e più brutale il ribaltamento, che è comunque inevitabile.

Nell’ultima pagina del Codice di Dresda, alla scadenza esatta del calendario Maya, compare la figura di una dea che riversa enormi quantità di acqua sulla terra, e sembra voler annegare tutti gli esseri viventi sulla sua superficie.

Ma c’è anche una profezia degli Hopi che dice: “Questo è un momento meraviglioso. C’è un fiume che scorre molto veloce. É così rapido e travolgente che molti avranno paura, e cercheranno di aggrapparsi alla riva. In questo modo si renderanno conto di venire straziati e soffriranno enormemente. Sappiate che il fiume ha la sua destinazione. Gli anziani dicono di staccarci dalla riva e di raggiungere il centro del fiume, tenendo gli occhi aperti e la testa fuori dall’acqua. Ora guardatevi intorno, e vedete chi è rimasto con voi a celebrare”.

E Robert Kennedy – certamente un “profeta” a modo suo – aveva scritto: “Ogni volta che una persona si batte per un’idea, agisce nell’intento di migliorare la situazione degli altri, o si scaglia contro un’ingiustizia, mette un moto sottili rivoli di speranza che vanno a formare una corrente in grado di travolgere il più poderoso muro di oppressione e di resistenza”.

Forse quel fiume siamo tutti noi.

Massimo Mazzucco

 
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Pubblicato da su gennaio 15, 2012 in Profezie

 

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Verso la guerra mondiale: chi tace acconsente

VERSO LA GUERRA MONDIALE: CHI TACE ACCONSENTE

di Massimo Mazzucco

http://www.luogocomune.net
Se nel prossimo futuro il mondo sarà travolto da una guerra devastante, innescata dall’attuale “questione iraniana”, la colpa sarà stata anche dell’Italia. Dell’Italia, e di tutti coloro che non avranno fatto nulla per cercare di evitarla.

Tutte le importanti guerre infatti non iniziano mai da un giorno all’altro, ma seguono una classica “escalation” di episodi sempre più gravi, che fanno crescere la tensione internazionale fino a rendere il conflitto inevitabile.

Nel corso di questa escalation è abbastanza facile capire quali delle parti in causa siano più interessate a fermarla, e quali invece vogliano farla arrivare ad ogni costo al punto di non ritorno. Di solito questa dinamica risponde alla logica del cui prodest: chi pensa di avere più da guadagnare da un conflitto armato spinge al massimo perchè questo avvenga, mentre gli altri cercano di evitarlo finchè possono, ed entrano in guerra solo se ci vengono tirati per il collo.

Nel caso dell’Iran, viene naturale pensare che i suoi immensi giacimenti di petrolio facciano talmente gola ai paesi occidentali da voler provocare un conflitto armato pur di riuscire ad impadronirsene. Mentre ovviamente gli iraniani non hanno il minimo interesse a combattere per qualcosa che già possiedono, e pensano piuttosto al modo migliore per non perderlo. 

E’ da tempo infatti che gli americani continuano ad agitare la “minaccia nucleare” come strumento per accelerare l’escalation, …


… mentre gli iraniani ripetono fino alla nausea che gli ispettori internazionali possono andare e venire a piacimento, e che finora non hanno trovato nulla che riveli un intento non pacifico nel loro programma nucleare.

Fra l’altro, è dal novembre scorso che il rapporto della commissione atomica circola liberamente, e persino i sassi sanno ormai che lì dentro non vi sia assolutamente nulla di incriminante verso l’Iran.

Ma i media occidentali fingono di non saperlo, permettendo così all’escalation di continuare.

Il problema è che l’Iran non è proprio uno staterello qualunque. Non solo dispone di alleanze importanti, ma negli ultimi anni – proprio grazie al petrolio – ha potuto acquistare armamenti di primissimo livello, che gli permetterebbero di difendersi anche da solo da un improvviso attacco militare. Non è quindi una nazione che si lasci intimidire dal primo cane che abbaia, e diventa necessario ricorrere a strumenti di ricatto più diretti e più pressanti, se si vuole farla cadere nella trappola mortale.

E’ nata così di recente una serie di sanzioni da parte dell’ONU, che vanno ad aggiungersi a quelle ormai infinite che gli Stati Uniti hanno imposto contro l’Iran negli ultimi decenni. In aggiunta, gli Stati Uniti hanno approvato una misura eccezionale che dovrebbe entrare in vigore fra sei mesi: il congelamento di tutti gli “assets” monetari internazionali della Banca Centrale iraniana. In seguito a questo annuncio, la moneta iraniana ha già perso il 10% del valore negli scambi internazionali, ma sembra che non basti ancora. 

Ma ecco che un bel giorno l’Europa si sveglia e minaccia improvvisamente di rinunciare all’acquisto di tutto il petrolio che compra dall’Iran. La decisione finale verrà presa a Bruxelles il 30 gennaio, ma ormai la scelta sembra fatta. Era ormai da settimane che gli Stati Uniti premevano sull’Europa perchè annunciasse questa misura – l’unica che sia realmente in grado di mettere in ginocchio gli iraniani – ed è chiaro a questo punto che gli europei abbiano ceduto.

Questo avviene nonostante una nuova crisi petrolifera sia destinata inevitabilmente a far schizzare il prezzo del petrolio alle stelle, con conseguenze particolarmente pesanti proprio per i paesi europei, come la Grecia, che già faticano a stare a galla.

Nel frattempo l’Italia cosa fa?

Ah già, noi non possiamo fare nulla, perchè attualmente abbiamo un governo “tecnico”, che è talmente impegnato nel farci risparmiare qualche euro qui e là da non potersi minimamente occupare di quello che accade fuori dai nostri confini.

Non solo abbiamo accettato a scatola chiusa un presidente del consiglio scelto fuori dal nostro paese, ma con questo abbiamo anche rinunciato ad influire in qualunque misura su ciò che avviene là fuori.

Che decidano altri per noi, poi casomai fateci sapere.

Nel frattempo la scelta di boicottare il petrolio iraniano, non a caso caldeggiata da Sarkozy, rischia di diventare la svolta senza più ritorno nella famosa “escalation” di cui sopra.

In tutto questo, il pericolo rappresentato dal “folle” Netaniahu – che più volte ha minacciato di aggredire l’Iran senza avvisare nessuno – rischia di diventare un elemento indispensabile per scatenare un cataclisma di portata mondiale, all’interno di un progetto molto più complesso e lungimirante della “semplice” conquista dell’Iran. 

Teniamo infatti presente che gli Stati Uniti non potranno mai dichiarare apertamente di voler attaccare l’Iran, per cui un “attacco senza preavviso” da parte di Israele rappresenta per loro l’unica possibilità di ”ritrovarsi” coinvolti in una guerra che non hanno mai voluto dichiarare in primo luogo. Remember Pearl Harbor? 

Si chiama plausible denial, ed è ormai diventato la condizione indispensabile per mettere in piedi una qualunque operazione criminale di portata internazionale nel mondo dell’informazione onnipresente.

Quindi, provate ad immaginare se per caso nella testa malata di qualche neocons – e ce ne sono rimasti parecchi in giro – fosse maturata una balzana idea di questo tipo:

1 – Israele attacca l’Iran senza preavviso.
2 – L’Iran risponde immediatamente.
3 – Israele chiede aiuto agli Stati Uniti.
4 – Gli Stati Uniti se ne lavano le mani (“Avete agito senza consultarci. Noi non volevamo”) e salvano la faccia.
5 – Su Israele iniziano a piovere Katiusha da tutte le parti (Hezbollah e Hamas sono sempre pronti a dare una mano ai sionisti, quando serve).
6 – Le immagini strazianti dei bambini di Tel Aviv dilaniati dai Katiusha fanno il giro del mondo, e in pochi giorni la NATO (USA+Europa) è obbligata ad intervenire per “motivi umanitari”.
7 – La Cina non ci sta, capisce che stanno per fottersi l’Iran (la Cina è oggi il maggiore consumatore mondiale di petrolio iraniano), e interviene militarmente. Lo fa magari in modo limitato, per mandare un chiaro segnale agli occidentali. 
8 – Nel frattempo però tutto il Medio Oriente ha preso fuoco. Diversi stati arabi attaccano Israele, che magari si lascia scappare un paio di atomiche qui e là nel tentativo di difendersi. Se poi per caso ne partisse una di troppo verso l’Iran, è chiaro che la Cina farebbe altrettanto colpendo qualche paese occidentale.
9 – A questo punto si scatenerebbe il panico dappertutto, e si arriverebbe presto ad una specie di “tregua mondiale”, invocata a gran forza dall’opinione pubblica per evitare la distruzione del pianeta. (Ma è tutto previsto, questo è solo un passaggio necessario nel piano a lungo termine).
10 – Si contano i morti, ci si leccano le ferite, e si valuta il disastro a livello globale. Specialmente grave ed inaccettabile risulta, guarda caso, proprio quello provocato dalla Cina, che ha utilizzato in modo indiscriminato le sue armi atomiche ad alto potenziale, causando danni e devastazioni ingenti, pur non essendo stata attaccata da nessuno.
11 – Quale migliore giustificazione per preparare e lanciare al più presto un attacco improvviso e devastante, a base di armi biologiche, capace di annientare in poche settimane l’intera nazione cinese, “prima che questi si riprendano e si mettano magari in testa di distruggere il mondo intero”?

Ora sì che il piano è terminato, e il vero obiettivo di questa grandiosa operazione – togliere di mezzo l’unico reale pericolo che minacci il futuro degli Stati Uniti – è stato finalmente raggiunto.

E se per caso vi sembrassero tutte fantasie “impossibili”, tenete presente che questo dipende solo dal punto di vista di chi guarda. 

Massimo Mazzucco
 
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Pubblicato da su gennaio 15, 2012 in Governo sovranazionale